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La storia del marchio Abarth



La leggenda dello Scorpione inizia il 31 marzo del 1949 quando Carlo Abarth (1908 - 1979) fonda la Abarth & C. con il pilota Guido Scagliarini. La prima vettura prodotta è una 204 A, derivata da una Fiat 1100, che è entrata nella storia dell’auto il 10 aprile 1950, quando Tazio Nuvolari l’ha utilizzata per correre e vincere la sua ultima gara, la Palermo-Monte Pellegrino. Da allora la storia dello Scorpione si è arricchita continuamente di record sportivi e industriali, seguendo sempre la filosofia del fondatore, ovvero massime prestazioni, cura artigianale di ogni prodotto e costante affinamento tecnico. Tra le sue maggiori intuizioni vi è quella di affiancare all’attività sportiva la produzione delle famose cassette di trasformazione per vetture di serie che aumentano potenza, velocità e accelerazione. Elementi di spicco nei kit sono le marmitte di scarico che, nel corso degli anni, diventano una vera propria icona dello “stile Abarth”. In pochi anni l’Abarth & C. raggiunge livelli globali: nel 1962 produce 257.000 marmitte, delle quali il 65% è destinato all’esportazione. L’apice del successo lo raggiunge alla fine degli anni Cinquanta e lungo tutti gli anni Sessanta. Un esempio? Con una Fiat Abarth 750, carrozzata da Bertone nel 1956, il marchio firma un primato di durata e velocità: il 18 giugno, sulla pista di Monza, batte il record delle 24 ore percorrendo 3.743 km a una velocità media di 155 km/h. Poi, dal 27 al 29 giugno, sullo stesso circuito, inanella numerosi record: i 5.000 e i 10.000 km, le 5.000 miglia e anche le 48 e le 72 ore. La stessa vettura fu carrozzata Zagato in due versioni differenti: la Fiat Abarth 750 Zagato (1956) e la Fiat Abarth 750 GT Zagato (1956). Il “rombo” di quest’auto raggiunge Franklin Delano Roosevelt Jr., figlio del presidente degli USA, che si precipita in Italia per siglare con Abarth un accordo di distribuzione in esclusiva. Nel 1958 Abarth compie un vero e proprio capolavoro sulla nuova Fiat 500, trasformando completamente la piccola utilitaria ed esaltandone al massimo le potenzialità. Nello stesso anno diventa sempre più stretta la collaborazione con Fiat, che si impegna a riconoscere premi in denaro alla Abarth in base al numero di vittorie e record che la scuderia sarebbe riuscita a realizzare. Un evento che sta alla base dell’impressionante palmares a venire: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10.000 vittorie su pista. Il mito cresce sempre più, entrando persino nel linguaggio comune. Gli anni 60 sono il decennio d’oro di Abarth. Dire “Abarth” significava dire “velocità”, “coraggio”, “prestazione”, “elaborazione”. Ed è davvero lungo l’elenco delle vetture che hanno scolpito il nome Abarth nella storia dell’automobilismo: dalla 850 TC, che vinse su tutti i circuiti internazionali compreso il Nürburgring, alla Fiat Abarth “1000 Berlina” fino alla 2300 S, che sul circuito di Monza infila una straordinaria serie di record nonostante condizioni atmosferiche proibitive. Dal 1971 Abarth diventa a tutti gli effetti di proprietà del Gruppo Fiat, e la memoria va alle famose Fiat 124 Abarth - vincitrice del titolo europeo nel 1972 e nel 1975 - 131 Abarth, campione del mondo di rally nel 1977, ’78 e ’80, e Ritmo Abarth. Intanto Carlo Abarth si era spento il 24 ottobre ‘79, sotto lo stesso segno della nascita: quello dello scorpione.

Un passato glorioso, quindi, che si fa presente nel 2008 quando avviene il rilancio del marchio attraverso una nuova linea che nasce per far sognare tutti gli amanti dell’automobilismo sportivo, come dimostrano i modelli Abarth Grande Punto (2007) e Abarth 500 (2008), oltre ai kit prestazionali per ciascuna vettura e alle versioni da gara Abarth Grande Punto Rally Super 2000 e Abarth 500 Assetto Corse. Da allora i modelli si sono succeduti a ritmo incessante: dall’Abarth 695 Tributo Ferrari (2010) all’Abarth 595 Yamaha Factory Racing (2015), dall’Abarth 695 Biposto Record (2015) all’Abarth 695 Rivale (2017), dall’Abarth 124 spider (lanciata nel 2016) all’Abarth 124 GT e alla nuova gamma Abarth 595 (entrambe nel 2018), fino alla esclusiva Abarth 695 70° Anniversario equipaggiata con il nuovo Spoiler ad Assetto Variabile. Poi nel 2020 è stata la volta e della gamma Abarth “70esimo Anniversario”, declinata sui modelli Abarth 595 e Abarth 124, oltre alle nuove Abarth 595 esseesse e Abarth 124 Rally Tribute. Arriviamo così agli anni più recenti. Ad esempio, nel 2022 hanno debuttato la serie speciale Abarth 695 Tributo 131 Rally e la Nuova Abarth 500e, completamente elettrica, più veloce ed emozionante sia nella guida urbana che in quella extraurbana. E ancora nel 2022, a sottolineare il carattere sempre più globale del marchio, Abarth ha proseguito la sua espansione mondiale con il lancio brasiliano della Nuova Abarth Pulse, il primo SUV dello storico marchio italiano che è tornato con orgoglio a varcare i confini europei e asiatici, seguito dall'introduzione dell'Abarth Fastback un anno dopo. Infine, quest’anno ha esordito la nuova 695 75° Anniversario, l’edizione limitata in soli 1368 esemplari per celebrare il 75° Anniversario del marchio e rendere omaggio al motore T-jet – che sarà presente alla mostra in Heritage Hub - ed è stata annunciata la collaborazione con Stellantis Motorsport, che ha dato vita alla più potente Abarth di produzione in serie: la Nuova Abarth 600e con 240 CV che, nella versione di lancio Scorpionissima sarà realizzata in edizione limitata di 1.949 unità. Si tratta del progetto più impegnativo sviluppato negli ultimi anni dal marchio che, ancora una volta, raggiunge l’univo vero obiettivo del fondatore: “Trasformare l'ordinario in straordinario”.

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