Carlos Tavares torna a parlare della presenza di Stellantis in Italia, a partire dalla fabbrica di Mirafiori. L'amministratore delegato del gruppo ha affrontato la questione del futuro dello storico complesso torinese in un'intervista al Sole 24 Ore, annunciando la presentazione a breve di un piano per la realizzazione di un vero e proprio "automotive park". " È nostra responsabilità spiegare qual è la nostra visione del Piano 2030 per il Mirafiori automotive park. Non lo abbiamo presentato dettagliatamente finora e penso che sia arrivato il momento di farlo".
"Credo che sarà uno dei maggiori Automotive park di Stellantis nel mondo", aggiunge Tavares, ricordando i tanti progetti avviati a Torino e le relative attività: dal polo del design per Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Abarth alla parte di ingegneria, dalla chimica delle batterie all’hub per l’economia circolare. "Ma Mirafiori, oltre che hub per la mobilità sostenibile, sarà sempre un centro di produzione, dalle 500 elettriche, grazie agli incentivi, alle Maserati elettriche per il rilancio di questo brand fantastico, all’assemblaggio dei cambi doppia frizione elettrificati per tutto il gruppo destinati a modelli ibridi e ibridi plug-in, già dalla seconda metà del 2024". Quanto alla produzione di elettriche nel resto del Paese, l'ad ricorda la localizzazione delle due piattaforme Stla medium e Stla large, la realizzazione di una delle tre gigafactory e l'impegno a produrre un milione di veicoli.
Tavares garantisce che il nostro Paese rimane "un pilastro" per il gruppo: "Siamo molto consapevoli del fatto che nei Paesi in cui abbiamo le nostre radici è sempre meglio essere in linea con quanto è richiesto dai rispettivi governi. Voglio ricordare, però, che le decisioni che stiamo prendendo sono una conseguenza delle scelte del Parlamento europeo. Questa è una delle ragioni per le quali abbiamo un dialogo davvero buono con le parti sociali in Italia. Loro capiscono che noi – dipendenti, sindacati e azienda – dobbiamo gestire una transizione che non abbiamo deciso noi. E la stiamo mettendo in atto. Credo, quindi, che Gianni Agnelli avesse assolutamente ragione: l’interesse dell’azienda è l’interesse dell’Italia e viceversa". "L’Italia ha un problema, riscontrabile nella struttura del suo mercato: ha la quota di segmento B più grande, se confrontata con quella degli altri Paesi europei. Questo ci dice che la questione dell’accessibilità è molto importante per le famiglie italiane". "Noi stiamo investendo pesantemente nella mobilità pulita, in Italia. Ma all’inizio di questo processo la produzione è più costosa. I sussidi necessari per l’acquisto da parte dei consumatori italiani di automobili elettriche che produciamo in Italia sono stati annunciati molte volte, ma non sono stati ancora implementati. In questo modo noi perdiamo l’occasione di produrre più Ev in Italia. Il governo italiano dovrebbe aiutare i consumatori italiani perché le auto elettriche costano di più di quelle a combustione interna e il mercato italiano, per la sua specificità, va aiutato più di altri".
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