La vettura che segna la trasformazione dell’Alfa Romeo in una grande industria automobilistica è senza dubbio la Giulietta, la “fidanzata d’Italia”. Nel 1952 la produzione Alfa Romeo può contare solo sulla 1900, così si fa strada l’ipotesi di una vettura più moderna e di cilindrata inferiore.
Scartate le iniziali ipotesi di una vetturetta di 350 cc o di un’altra – a trazione anteriore – di 750 cc (ma con il codice 750 saranno identificati anche i progetti successivi), nell’agosto 1952 è chiaro che la vettura avrà un’impostazione tradizionale con motore anteriore, trazione posteriore. Meno di un anno più tardi, scende in strada un primo prototipo, un compatto coupé, opera del reparto carrozzeria di Ivo Colucci, dotato di un quattro cilindri bialbero in lega leggera di 1100 cc. Cilindrata poi cresciuta a 1300 (1290 cc). Con un carburatore monocorpo eroga 65 CV, per una velocità massima di 165 km/h, ma alla fine della carriera, con l’ultima evoluzione del 1958 e carburatore doppio corpo, la potenza sale a 79 CV per 170 km/h. Nuovo il cambio e la scatola del differenziale, anch’essi in alluminio. I freni a tamburo, con alettatura elicoidale, sono derivati da quelli della 1900.
All’alba del 1954 la meccanica è in dirittura di arrivo, ma della scocca esistono solo i bozzetti e qualche rudimentale prototipo. Tuttavia, Finmeccanica annuncia la consegna di alcuni esemplari ad una selezione di azionisti. A risolvere l’impasse sarà Rudolf Hruska, da poco chiamato da Giuseppe Luraghi a riorganizzare lo stabilimento in vista della produzione di 50 vetture al giorno prevista per la Giulietta: una carrozzeria esterna avrebbe assemblato una piccola serie di versioni coupé da consegnare agli azionisti in attesa che la berlina fosse pronta. Dopo l’iniziale diffidenza, l’IRI, cui fa capo l’Alfa Rome accetta la proposta: i bozzetti sono presentati da Boneschi, Boano e Bertone. Quest’ultimo, avvalendosi della matita di Franco Scaglione, proporrà una vettura compatta e proporzionata, dalle linee essenziali, raffinate e sportive. È nata la Giulietta Sprint.
La vettura viene presentata al Salone di Torino il 21 aprile 1954, ma già due settimane prima, nel cortile del Portello si era avuta un’anteprima per gli addetti ai lavori e le autorità: da un elicottero erano scesi due attori negli shakespeariani costumi di Romeo e… Giulietta.
La Giulietta si impone sul mercato fin dal momento della presentazione. Dopo pochi giorni, dovranno essere sospesi gli ordini per la saturazione dello stabilimento. La ragione del successo, oltre che nella linea sportiva e riuscita, consisteva nelle prestazioni, che vedevano la vettura a un livello sconosciuto per la categoria e che andavano a insidiare concorrenti di classe ben superiore.
Per l’Alfa Romeo sarà la svolta, la nascita di una grande industria automobilistica. La produzione della Giulietta, nelle varie versioni, proseguirà per 11 anni e per un totale di 177.513 esemplari di cui 24084 Sprint.
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