Con l’Alfa Romeo 155 V6 Ti “DTM” si entra in quella competizione sportiva fra Italia e Germania che sembra non aver mai fine dalla mitica semifinale dei Mondiali di calcio 1970. Proprio così perché, esattamente 30 anni fa, l’Alfa Romeo divenne l’unica marca non tedesca ad aggiudicarsi il Campionato DTM.
Nel 1993 l’Alfa Corse, il reparto sportivo della Casa del Biscione, intensifica il suo impegno nella categoria Turismo approntando due diverse evoluzioni dell’Alfa 155: una molto esasperata per il campionato tedesco, l'altra conforme alle regole meno permissive della nuova categoria internazionale “D2”. La 155 V6 TI sviluppata per il DTM (Deutsche Tourenwagen Meisterschaft) mantiene la trazione integrale come la 155 GTA del 1992 (SuperTurismo Italiano), ma il layout della meccanica viene realizzato all’interno dei vincoli previsti dal regolamenti del Campionato Tedesco: il motore – il celebre V6-60° da 2,5 litri (2498 cc) con 24 valvole – è disposto longitudinalmente a sbalzo, alcuni componenti della carrozzeria sono in fibra di carbonio, l’aerodinamica è “libera” al di sotto della linea perimetrale immaginaria che collega i mozzi delle ruote, l’ala posteriore è regolamentata, il peso in ordine di marcia è di 1100 kg.
Nel ’93 il V6 ha una potenza che varia dai 400 ai 420 cv per 11.500 giri/min, l’elettronica di gestione del motore e della vettura non è esasperata, il cambio a sei rapporti diventa sequenziale da metà stagione.
In gara, l’agguerrita concorrenza viene battuta in 12 delle 20 gare previste, grazie alla coppia d’assi formata da Alessandro Nannini e Nicola Larini, che si aggiudicherà il campionato, senza dimenticare il contributo dei brillanti piazzamenti di Francia e Danner.
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