Dopo la Alfasud, l’Alfa Romeo 33 rappresenta il secondo maggior successo commerciale del Biscione e questo di per sé basterebbe ad assegnarle un posto d’onore nella storia della casa milanese. Ma l’Alfa 33 va anche ricordata per i tanti primati, tecnologici e non solo, che impreziosiscono la sua fortunata carriera, conclusasi alla metà degli anni ’90 dopo quasi un milione di esemplari venduti.
Nel 1983, l’Alfa Romeo 33 è stata il primo modello della casa milanese con una linea a “due volumi spezzato” e, nella pratica ed elegante versione Sport Wagon, anche la prima Alfa giardinetta prodotta in grande serie. Ma la compatta di Pomigliano d’Arco ha anche cambiato per sempre il concetto di 4x4. Unita all’esuberanza del motore boxer, ecco che la trazione integrale non serviva più solo a trarsi d’impaccio in caso di neve e fango, ma diventava un elemento di sicurezza aggiuntivo. Un concetto che spiega molto bene l’attitudine naturale dell’Alfa Romeo alla continua ricerca della perfezione di guida e che, nel 1991, si trasforma nella prima Alfa Romeo sportiva a quattro ruote motrici con la Permanent 4. Capace di superare in scioltezza i 200 km/h, questa potente versione era spinta dallo stesso 1.7 da 133 CV della Quadrifoglio Verde a trazione anteriore. Vanta un primato anche questo motore: con quattro valvole a farfalla - una per cilindro, come nei motori Ferrari dell’epoca -, è il primo propulsore Alfa Romeo a iniezione elettronica con alimentazione singola.
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