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Alfa Romeo, riconoscibile da più di un secolo



Alfa Romeo è un marchio impegnato nell'innovazione, nella tecnologia e nel design all'avanguardia, ma senza mai perdere di vista la propria eredità e le proprie tradizioni.

Questo attaccamento alla sua identità unica è visibile nei simboli che lo rendono inconfondibile, come il logo Biccione, rimasto con poche modifiche dal 1910.

Inoltre, le Alfa Romeo sfoggiano una calandra triangolare dal 1949 mentre il Quadrifoglio identifica da quasi un secolo le loro vetture più sportive.

Nel 1910 nasce a Milano un nuovo marchio automobilistico: ALFA, acronimo di Anónima Lombarda Fabbrica di Automobili. Per riflettere la sua forte identificazione con la metropoli italiana, l'ingegnere Giuseppe Merosi disegna un logo simile a quello attuale. Su di essa compare, sul lato sinistro, la Croce di San Giorgio (rossa su fondo bianco) che compare sia sulla bandiera che sullo stemma di Milano. A destra, ispirato alle figure che vide nella torre delle Firalete in piazza Castello, appare un mostruoso serpente, il Biccione. A circondare il set, un anello blu con finiture in oro e la scritta "ALFA Milano" Su entrambi i lati, due nodi savoiardi, in omaggio alla dinastia regnante in Italia in quel momento.


La croce di San Giorgio è un elemento molto comune in araldica. Appare sulle bandiere, come quella dell'Inghilterra o della Sardegna o sugli scudi delle città, come Barcellona, ​​​​Almería, Genova o Montreal. Tuttavia, il Biccione che divora un uomo è una figura insolita. Questa bestia compare sullo scudo dei Visconti, famiglia aristocratica che governò i destini di Milano come signori e duchi, da qui la corona sopra il serpente, durante il Medioevo e parte del Rinascimento. Secondo la leggenda, questa figura si ispira alle armi di un guerriero saraceno sconfitto dai Visconti.


Dopo la prima guerra mondiale, che coincide con l'ingresso di un nuovo proprietario, Nicola Romeo, il marchio diventa Alfa Romeo. Una modifica che viene incorporata nel logo, insieme a un bordo argentato, visto che l'oro sembrava una sfumatura troppo appariscente al nuovo proprietario.


Gli anni '20 e '30 furono una vera e propria età dell'oro per il marchio, con l'Alfa Romeo che dominava la categoria principale degli sport motoristici dell'epoca: il Gran Premio. Il marchio ha celebrato la sua vittoria nel primo campionato mondiale di corse automobilistiche aggiungendo una corona di alloro sul bordo del suo logo nel 1925.


Dopo la seconda guerra mondiale e il referendum del 1946, l'Italia divenne una Repubblica. I nodi savoiardi presenti sin dall'inizio del marchio scompaiono, sostituiti da due linee ondulate mentre la corona d'alloro diventa più discreta.


Con il boom del dopoguerra l'Alfa Romeo diventa una casa automobilistica di serie. Ciò comporta un continuo ampliamento della sua gamma di modelli e della sua produzione. Per realizzare due nuove vetture, l'Alfa Sud e la Sprint, il marchio esce dalla roccaforte lombarda per aprire nel 1972 un nuovo stabilimento a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli. Pino Mantel sparisce il riferimento a “Milano” e anche il trattino tra “Alfa” e “Romeo”. Un decennio dopo, viene tolto l'alloro del vincitore, viene restituito un bordo d'oro, che viene aggiunto anche al contorno della croce rossa e del biccione.


Il logo attuale è stato adottato nel 2015, in concomitanza con il lancio della Giulia. Adotta un design moderno e minimalista, il colore dell'acciaio viene utilizzato negli sfondi, i contorni e i caratteri e le forme sono semplificati. Le due metà del simbolo non sono più separate da una linea verticale


Quanto al Quadrifolglio, fu un'idea del pilota automobilistico Ugo Sivocci, che lo dipinse sulla carrozzeria della sua Alfa Romeo per scongiurare la sfortuna nella dura Targa Florio del 1923, nella quale vinse. Il suo quadrifoglio era al centro di un quadrato bianco, a rappresentare i quattro membri che gareggiavano nella squadra.


La seconda parte della sua storia arriverà due mesi dopo, all'Autodromo di Monza, dove Ugo Sivocci è stato incaricato di testare l'Alfa Romeo P1, la prima vettura del marchio progettata per gareggiare nel Gran Premio, la categoria regina della competizione. quella volta. Il suo mezzo, sul quale non era dipinto il quadrifoglio, è finito a schiantarsi alla prima curva. Sivocci è morto sul colpo. Una tragedia. In seguito a questo incidente, Enzo Ferrari decise di dipingere il Quadrifoglio, come tributo postumo, su tutte le auto da corsa del marchio, una tradizione che da allora si è mantenuta: il quadrato bianco sarebbe diventato un triangolo, per riflettere la perdita causata dalla tragedia di Monza.


Il quadrifoglio, oltre ad essere un segno distintivo delle scuderie ufficiali Alfa Romeo, contraddistingue anche le versioni più performanti e sportive del marchio, come l'Alfa Romeo Stelvio e la Giulia Quadrifoglio.


Quanto alla calandra triangolare che identifica le Alfa Romeo, è nata con l'Alfa Romeo 6C 2500 Villa d'Este, vincitrice della prestigiosa "Coppa d'Oro" della giuria e del "Gran Premio Referendum", assegnato dal pubblico. , al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este. Un'auto iconica che ha segnato lo stile del marchio.

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