Tavares: "Non ha senso investire su tecnologie che si vuole vietare". Europa: bando alle endotermiche per il 2035
Carlos Tavares torna a lanciare un chiaro avvertimento sui prossimi standard Euro 7, ribadendo la sostanziale inutilità di investire su una tecnologia destinata non solo a essere vietata dalle autorità europee, ma anche a venire abbandonata dalla maggior parte delle Case automobilistiche, quantomeno in Europa. "Perché dobbiamo utilizzare le nostre risorse per una tecnologia che vogliamo bandire? Non ha senso", ha affermato l’amministratore delegato di Stellantis intervenendo all’Automobilwoche Kongress di Berlino.
Tavares ha sottolineato un ulteriore aspetto negativo per il settore automobilistico europeo. "Non credo – ha spiegato - che l'Europa abbia bisogno dell’Euro 7: la nuova normativa distoglierà parte dei nostri sforzi in ricerca e sviluppo per dirottarla su qualcosa di cui non abbiamo bisogno, mentre i nostri concorrenti cinesi entrano nel mercato con l'unica tecnologia dei veicoli elettrici a batteria". Dunque, si rischia anche di favorire i concorrenti del Dragone. Il manager lusitano non è comunque nuovo a manifestare la sua contrarietà nei confronti delle nuove normative e la convizione che possano rappresentare "un diversivo" controproducente rispetto all’obiettivo ormai prioritario dell’elettrificazione. A tal proposito, già al recente Salone di Parigi era stato chiaro: "Da un punto di vista industriale non ne abbiamo bisogno, perché andrà ad assorbire energie e risorse che dobbiamo destinare all’elettrico. Spendere ore di progettazione e capitali per creare un altro step normativo per le endotermiche da raggiungere nel 2027-2028 non ha molto senso in un momento in cui si sta spingendo sull’elettrificazione. Anzi, è totalmente controproducente: oggi qualsiasi discorso sull’Euro 7 è dogmatico, fatta adesso è una norma che non ha alcun senso".
Dello stesso avviso pare essere anche la Commissione europea, viste le ultime indiscrezioni su una sorprendente retromarcia rispetto al passato proposito di varare una normativa talmente severa da sancire la fine prematura del motore endotermico. La scorsa settimana, l'autorevole testata Politico ha pubblicato la bozza della proposta che la Commissione intende pubblicare il 9 novembre prossimo: in pratica, si va verso un ammorbidimento delle regole e una pausa nel percorso di continuo inasprimento deli standard emissivi, con normative sostanzialmente allineate a quelle Euro 6 per quanto riguarda l’anidride carbonica e limiti più severi su componenti dell’inquinamento atmosferico come particolato fine (comprese le particelle prodotte da pneumatici e freni), monossido di carbonio o ossidi di azoto. La retromarcia sarebbe arrivata dopo un’analisi dell’attuale situazione economica e geopolitica e delle conseguenze del rincaro di energia e materie prime. L’attuale contesto, stando alla bozza, "mette sotto una pressione senza precedenti la catena degli approvvigionamenti automobilistica e genera problemi di accessibilità per i consumatori, in un contesto generale di alta inflazione". Di conseguenza, la Commissione ha preferito "ridurre al minimo" i costi legati alla richiesta di sviluppare motori più puliti, anche alla luce di un’altra importante decisione, quella sul bando alle endotermiche per il 2035.
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