Tutto procede secondo i piani Alfa Romeo, con Imparato impegnato ad aggiornare ogni 6 mesi sullo stato dei lavori, indicando dove si trova Alfa Romeo sulla roadmap disegnata da qui al 2030. Un piano che avrà nel 2027 il punto di svolta: passare dall’attuale assenza dell'elettrico a una gamma solo e unicamente a batteria.
In mezzo ci sono 5 anni. “Ho bisogno di trovare la mia strada all’interno del paniere di Stellantis - ha spiegato Imparato - prendendo la tecnologia che mi serve per le batterie per passare dallo 0 elettrico di oggi a quello che dobbiamo fare entro il 2027, senza dimenticare la dimensione software”.
Nel mondo le vendite Alfa sono 2/3 Stelvio, 1/3 Giulia. Questo è importante per me perché dicono che la berlina è morta e io non sono d’accordo. Fa parte del DNA Alfa Romeo. Potete contare su di me per avere sempre nella gamma Alfa Romeo una Giulia.
Il market share in Italia è 45%. L’appetito sulle Alfa Romeo è molto alto e abbiamo qualcosa da raccontare.
Cassino ha dimezzato il costo industriale delle auto. Pomigliano del 20%. Io non ho mai visto tali cali in così poco tempo. Dunque il margine non dipende solo dal prezzo delle auto ma anche dalla produttività degli stabilimenti. La risposta migliore per resistere alle complessità è il controllo costi. Questo è un punto di sicurezza per me in un mondo in preda alla recessione
L’anno scorso avevamo 23 cerchi in lega diversi. Tutti belli. Ma non si possono gestire in maniera efficiente. Li abbiamo dimezzati. Attualmente a Cassino stanno passando da 4.000 a 1.400 differenti scelte per le personalizzazioni a catalogo. Qual è la sfida finale? Fare una bella macchina con 1.000 "pezzi" differenti a catalogo nel 2025. Posso dire che, a livello industriale, l’ossigeno che si dà alla fabbrica è enorme. Altro esempio: hanno più che dimezzato il livello di difetti su Stelvio e Giulia che riscontriamo dopo 3 mesi vedendo quali sono le richieste che abbiamo, così i service hanno dimezzato gli interventi. E come conseguenza abbiamo un -40% di costo garanzia su Stelvio e Giulia.
Ovviamente abbiamo lavorato anche con i fornitori a Cassino e Pomigliano: abbiamo chiesto a tutti “vogliamo aumentare la produzione di auto in questi stabilimenti? Dobbiamo aumentare la competitività perché siamo in concorrenza col mondo! Se vogliamo consolidare il piano prodotto e vogliamo fare le nuove auto in Italia dobbiamo essere competitivi”. Ho fatto un discorso tosto, ma è tosto per tutti, noi e loro. E questo ha portato risultati
A un certo punto bisogna fare una scelta a livello di tecnologia, performance etc... L’auto deve ricaricarsi in 20 minuti, deve avere batterie a 800 V. Deve fare da 0-100 meno di 3 secondi. Per fare tutto questo bisogna scegliere: metto i soldi sulle specifiche più funzionali e proprie di Alfa: powertrain, powerunit, autonomia, software. E nel software faccio delle scelte. Quando vedi il numero di aiuti alla guida che non servono a niente e che nessuno capisce, penso che siano inutili. Dobbiamo rimanere centrati sulle cose fondamentali: design, power unit, software che supporti veramente e non solo per ‘fare figo’. È questo che faccio. Poi magari devo dire “invece di fare 5 pack optional, nel faccio 2”. Devo selezionare.
L'elettrico non è una scelta che abbiamo fatto perché non è industrialmente sostenibile. Per me i carburanti alternativi possono avere un impatto su un volume molto ridotto di macchine. Dobbiamo arrivare al giusto livello di performance e di autonomia elettrica in meno di 3 anni. E lo saremo. La normativa e chiara, la scelta è stata presa. Si deve puntare all’elettrico. È finita l’era dell’endotermico. Non abbiamo altre scuse per proteggere le nuove generazioni dal surriscaldamento climatico in atto. La sostituzione si farà con l’elettrico e poi magari con l’idrogeno verde. Attenzione non quello blu che è facile ma non serve.
Non produrremo in Cina. Negli Stati Uniti non è ancora deciso. Non lo decidiamo a livello di brand ma di comitato industriale. Io faccio la mia battaglia: ho due stabilimenti e li rendo competitivi per essere in grado di competere in questo mondo. Il resto non fa parte delle decisioni che prendo io come brand, anche se devo dare un parare. Se devo lanciare un modello nel segmento E devo capire i mercati di riferimento e metto i ragazzi giusti a lavorare su questo.
Commenti
Posta un commento