A margine di una visita organizzata per un piccolo gruppo di giornalisti alle linee di produzione della Tonale nello stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli) Jean-Philippe Imparato (CEO di Alfa Romeo) è tornato a parlare dei piani futuri dell’Alfa Romeo e del Suv di segmento E. A proposito della quale ha ribadito come la vettura, prevista per il 2027, sarà interamente a propulsione elettrica. Il piano industriale prevede una trasformazione dell’Alfa Romeo in un marchio al 100% di vetture elettriche per il 2027, con una serie di tappe di avvicinamento. La B-Suv che sarà lanciata nel 2024 e sarà prodotta in Polonia, sarà proposta sia nella versione ibrida, sia in quella full electric. Per il manager Alfa Romeo "la sorte dei motori endotermici è segnata": sviluppare oggi un propulsore termico in grado di soddisfare le future normative Euro 7 previste per il 2027, che comportano una riduzione del 75% delle emissioni di CO2, comporterebbe investimenti enormi per un periodo di possibile commercializzazione troppo breve.
Per raggiungere questi obiettivi, tuttavia, serviranno nuove tecnologie che permettano di considerare l’auto elettrica "come un modello di sostituzione di quella termica a parità di funzionalità e di comodità d’uso per l’utente, sia a livello di autonomia, sia di velocità di ricarica". Quanto agli obiettivi di vendite, Imparato è soddisfatto delle 56 mila vetture commercializzate nel 2021 ("20 mila delle quali in America, che ci chiede più macchine") nonostante la cessata produzione della Giulietta, che non sarà sostituita, perché i mercati mondiali come Usa e Asia vogliono vetture più grandi e Alfa Romeo ambisce a essere un brand globale. Con l’arrivo della Tonale, un raddoppio di questa cifra appare ragionevole e lo è già nel breve termine: "Alfa Romeo ha fatto bene nel 2021 e il nostro obiettivo è raddoppiare nel 2022", ha spiegato il manager, parlando di un "bel primo trimestre" per il brand. Ma Imparato insiste, oltre che sull’assoluta qualità necessaria al prodotto Alfa Romeo che a Pomigliano è diventata quasi un mantra ossessivo, su un concetto fondamentale: il fatto che Stellantis non chiede volumi, ma margini, da conseguire con una produzione per l’80% "built to order", realizzata nel momento in cui c’è l’ordine del cliente. "Non mi interessa produrre macchine per i parcheggi degli stabilimenti, al massimo aggiungerei un 10% di demo car a quanto è già venduto: fabbricare 100 o 200 mila vetture cambia poco in un gruppo da 6 o 7 milioni di auto l’anno, cambia poco, quello che conta è la creazione di valore".
"In un futuro ragionevole Alfa Romeo può arrivare a vendere 80-100 mila vetture l'anno, anche se Stellantis non ha bisogno dei volumi di Alfa ma della sua qualità, del valore del suo marchio. Il mio obiettivo è crescere tutti gli anni in qualità, redditività e quote di mercato", ha continuato l'amministratore delegato. "Il primo obiettivo era di tornare al profitto e lo abbiamo fatto, ora il secondo è lo sviluppo e alla fine del 2024 Alfa Romeo è salvata. Noi vogliamo essere il global premium brand di Stellantis". Con l'uscita di produzione della Giulietta il marchio non è presente nel segmento C ma punterà su quelli più alti, per non perdere l'esperienza della Giulia, e sulle Suv.
Quanto all’investimento effettuato su Pomigliano, dove a regime saranno prodotte circa 700 vetture al giorno, Imparato non espone cifre, ma ne sottolinea l’importanza, tale da garantire il futuro della Tonale almeno per i prossimi cinque anni. Inoltre, stando al responsabile dello stabilimento, Alessio Leonardi, ci sono “buone prospettive” occupazionali grazie anche al previsto aumento della produzione. Attualmente, le catene sfornano 15 esemplari della nuova Suv con un solo turno lavorativo, ma a regime si punta ad assemblarne 23 l’ora e ad attivare un secondo turno. Sulle linee, i lavoratori dovrebbero salire dagli attuali 130 a 350 per ogni turno. Imparato ha stimato, per il secondo semestre, consegne per circa 20 mila vetture, ma con l’ampliamento dei mercati serviti i numeri sono destinati a crescere ulteriormente. A maggio inizierà, invece, la produzione vera e propria. Il lancio commerciale della Tonale, a partire dalla prima settimana di giugno riguarderà i cinque maggiori Paesi europei e per la fine dell’anno ne interesserà 31. "Per ultimo raggiungeremo il mercato degli Stati Uniti - ha precisato Imparato - e lo faremo con Tonale Model Year 2023". Il debutto avverrà prima con i motori Mhev da 130 e 160 cavali, che saranno seguiti dai diesel e a fine anno dal plug-in hybryd da 275 CV. "Siamo nelle condizioni di produrre 40-45 mila Tonale all'anno, ma se servirà potremo salire oltre questo livello che è già totalmente profittevole".
L’importanza della Tonale per il marchio Alfa Romeo è rappresentata da una precisa scelta strategica del gruppo Stellantis. La Suv, a detta di Imparato, "è protetta a livello aziendale dalla crisi dei chip. La carenza di semiconduttori non incide sul progetto Tonale al momento. Stiamo fronteggiando la situazione come gruppo", ha aggiunto Leonardi. Il lancio della Tonale è cruciale anche per l’impianto campano, uno dei più moderni siti industriali del gruppo guidato da Carlos Tavares. Inaugurato nel 1972 per le produzioni dell’Alfasud e capace di sfornare da allora più di 5 milioni di veicoli, ha affrontato nell’ultimo decennio una profonda riorganizzazione all’insegna dell’applicazione delle metodologie del Word Class Manufacturing. La fabbrica, che occupa un’area di 2,214 milioni di metri quadri (oltre 536 mila coperti), conta su due linee di assemblaggio, su un reparto presse, un reparto assemblaggio e saldatura e un reparto verniciatura. Il manager ha incontrato i fornitori e il team Alfa Romeo, sottolineando sempre come una delle priorità, debba essere la qualità, considerata un elemento imprescindibile per portare in produzione una vettura premium.
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