Stellantis riporta risultati record nel primo semestre
Stellantis ha chiuso il primo semestre con risultati in decisa crescita grazie alla ripresa delle attività industriali e al confronto favorevole con il pari periodo dell’anno scorso, fortemente penalizzato dalle conseguenze della pandemia del coronavirus. Stellantis ha forti performance in termini di ricavi e redditività operativa e ha rivisto al rialzo le previsioni per l’intero anno. Ma la crisi dei chip ha annullato l’effetto positivo delle sinergie sviluppate dall’integrazione tra le attività ex FCA e PSA.
I ricavi netti si sono attestati a 75,31 miliardi di euro, a fronte dei 51,67 miliardi pro-forma dei primi sei mesi dell’anno scorso, quando ancora i due costruttori non erano confluiti formalmente in Stellantis. L’utile operativo è salito da 752 milioni a 8,622 miliardi, per un’incidenza sul fatturato balzata dall’1,5% all’11,4%. Il risultato netto è quindi passato da una perdita di 813 milioni a un utile di 5,936 miliardi.
Il conto economico mostra dati in crescita su livelli record, ma emerge anche una situazione preoccupante. Stellantis ha "bruciato cassa" per sostenere gli effetti della crisi dei chip: il flusso di cassa è risultato negativo per 1,2 miliardi per gli impatti negativi sul capitale circolante dovuti a ordini di semiconduttori non evasi. Tale risultato ha sostanzialmente annullato gli 1,3 miliardi di benefici prodotti dal piano di sinergie stabilito in occasione della modifica dei termini della fusione tra la Fiat Chrysler e PSA. Il gruppo ha in cassa una liquidità sufficiente a sostenere le conseguenze della carenza di semiconduttori: attualmente, le sue attività industriali possono contare su 51,4 miliardi di euro disponibili.
La crisi dei chip rimane una problematica complessa da affrontare anche nei prossimi mesi. Il target sul margine operativo è stato alzato al 10% circa dalla precedente stima inclusa nell’intervallo tra il 5,5% e il 7,5%, a condizione, però, che non ci siano "ulteriori deterioramenti nella fornitura di semiconduttori" e nuove misure di lockdown in Europa e Stati Uniti indotte da una recrudescenza della pandemia. Il gruppo, intenzionato come da programma a lanciare nei prossimi 24 mesi 11 veicoli a batteria e 10 ibride, invece, non ha modificato le previsioni sull’andamento dei mercati, con l’unica eccezione del Nord America. L’Europa, dunque, è vista in crescita del 10%, il Medio Oriente & Africa del 15%, l'India e Asia Pacifico del 10%, la Cina del 5% e il Sud America del 20%. Per il Nord America la stima è stata alzata dal +8% al +10%.
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