Non pochi sperano in un rilancio di alcuni classici popolari Fiat e più di un designer ha provato ad immaginare come potrebbero essere le nuove generazioni, aggiornate secondo canoni estetici contemporanei, rinfrescate da un appeal di nuovo millennio, ipotetiche riedizioni di modelli capaci di lasciare il segno.
Uno su tutti Paolo Schermi, che inizia la sua carriera nel Centro Stile Fiat. E’ il 1986 e per farsi le ossa parte come modellatore clay per lo sviluppo dei modelli in scala ridotta e gesso per modelli in scala reale. Promosso designer, partecipa al progetto Punto fin dal primo giorno, quando una delle auto di maggior successo del marchio è ancora un foglio bianco. Partecipa alla ricerca di stile della Barchetta e del Coupé, disegna una Delta Integrale destinata a rimanere in un cassetto, erede mai nata dell'icona tuttora tanto attesa e ciclicamente invocata.
Qualche anno dopo decide di cercare nuovi stimoli, tuttavia mamma Fiat gli è rimasta nel cuore, così come il vizio di ripensare e attualizzare alcuni modelli che hanno fatto la storia del Lingotto. A partire dalla Ritmo. Qui vediamo una sua interpretazione della Fiat Ritmo dei nostri giorni.
Commenti
Posta un commento