Al Centro Stile FCA di Torino vengono disegnati i modelli Abarth, Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Maserati che conquisteranno il mercato di domani. Li disegnano le matite esperte di oltre duecento creativi che vengono da circa 15 nazioni diverse. Scelti perché capaci di guardare oltre, di catturare gli stimoli, di mescolare le esperienze, di contaminare e di innovare, traducono la loro visione del futuro in linee grafiche, materiali e stoffe che coniugano lo spirito profondamente italiano dei marchi con nuove prospettive. A guidarli in questa sfida c’è Klaus Busse, Vice President of Design EMEA, che ha ottenuto questo incarico dopo una carriera tra Germania, Inghilterra e Stati Uniti, arricchita da premi in ambito industriale e automotive. Esperienza che, oggi, gli è utile nel non semplice compito di realizzare vetture rappresentative della cultura italiana che possano essere apprezzate in tutto il mondo. "Qui al Centro Stile pensiamo a dove il prodotto dovrebbe andare e perché", spiega Busse. "Non voglio che la mia squadra si limiti a disegnare vetture: ho bisogno che pensi a cosa desiderano i clienti finali, a come sta evolvendo la mobilità e, più in generale, la società. In questo senso, lavorare in un ambiente multiculturale è un valore aggiunto".
Un team multiculturale, secondo Busse, è in grado di offrire un punto di vista capace di rafforzare lo straordinario potere dell’italianità sotteso ai brand del Gruppo. “Chi ha un altro passaporto o ha avuto l’opportunità di viaggiare, di esplorare ‘ciò che c’è fuori’ anche solo informandosi, curiosando, conosce bene l’amore che il mondo nutre per i prodotti italiani”, dice. “È questo il quid in più della visione non solo di chi viene fisicamente da lontano, ma anche di chi è ‘mentalmente globetrotter’. Una caratteristica che accomuna praticamente tutti noi designer”.
L’incontro e il confronto con conoscenze diverse, background differenti e tradizioni distinte, si trasforma in suggestioni capaci di infondere nuova linfa alle idee. “Le specificità sono sempre un arricchimento, siano culturali, di formazione, caratteriali o di genere”, continua Busse. “Per esempio, c’è chi presta maggiore attenzione alla funzionalità di un prodotto e chi si preoccupa prima dell’aspetto estetico. Ecco spiegato un altro valore aggiunto del confrontarsi con un insieme eterogeneo di persone: ognuna rappresenta le esigenze di un cliente finale. Anche in relazione alle aspettative nei diversi Paesi dove si vendono le vetture del Gruppo”.
La circolazione delle idee viene favorita dalla stessa organizzazione del Centro Stile. Ogni marchio infatti ha la sua squadra di designer dedicati, alla quale si affiancano alcuni “atelier” (Color and Trim, Interior Design e User and Experience Design) che lavorano in modo trasversale. Così si garantiscono creatività e qualità per ogni prodotto, mantenendo intatta l’identità dei singoli brand. Non solo. Busse promuove momenti di incontro nei quali i designer possono mettersi in discussione, imparando dai successi e dalle difficoltà di tutto il gruppo, un team di visionari unito nel segno di creatività, energia e passione.
Stile italiano, da sempre, è sinonimo di equilibrio, ricercatezza, fascino senza tempo. Elementi che ricercano ogni giorno nel loro lavoro Inna Kondakova e Alexandros Liokis, rispettivamente Interior Chief Designer e Exterior Designer per Alfa Romeo.
Russa di San Pietroburgo, Inna racconta che fin da bambina ha imparato ad apprezzare l’estetica italiana negli edifici della sua città realizzati dai tanti architetti del Bel Paese chiamati alla corte degli zar. L’interesse per le auto arrivò dopo, grazie a uno stage ad Arese, dove venne conquistata dalle lavorazioni artigianali del Biscione. “Al Centro Stile di Torino siamo consapevoli di essere immersi in un luogo dove affondano le radici dei marchi FCA”, dice Inna. “Ecco perché lavoriamo nel segno della tradizione, e lo facciamo in puro stile italiano: diamo vita a una ‘favola misurata’ che non ha bisogno di eccessi per risultare straordinaria”.
È dello stesso avviso anche Liokis. Per lui, da sempre appassionato delle sportive che hanno fatto la storia del Gruppo, far parte della famiglia di FCA è un orgoglio. “Mi sono laureato in Design Engineering ad Atene, la mia città, ma non a caso ho scelto poi di specializzarmi allo IED di Torino”, afferma Liokis. “Qui al Centro Stile sarei fiero di poter lasciare il segno creando un’auto con un’eleganza tutta italiana dove ogni elemento è bilanciato alla perfezione. Spero che, in questo, mi aiuti anche la mia cultura d’origine: da millenni studiamo le proporzioni che danno vita al bello”.
Creare prodotti globali dalla forte identità italiana è possibile solo se alla cultura più classica del “saper fare” a mano e dell’attenzione al dettaglio tipica dell’artigianalità tricolore, si mescolano esperienze che vengono da lontano. Ne è convinta Danila Giordano – Research & Application Chief Designer, Color & Material – che guida una piccola squadra di colleghe con le quali analizza le tendenze sociali che si rifletteranno sul mondo automotive per anticiparle e inserirle in nuovi progetti. “Al Centro Stile ridefiniamo il concetto di italianità evolvendoci e innovando anche con l’aiuto dei colleghi stranieri, che portano la visione dei loro Paesi d’origine”, afferma Danila. “È così che arriviamo a chiederci se un legno della Val di Fiemme potrebbe essere ibridato con il bambù o con il carbonio in modo da creare un nuovo materiale. Per noi designer è fondamentale non precluderci nulla, restare aperti al mondo e farci contaminare da ciò che c’è fuori”.
Un approccio che ha fatto suo, nel lavoro come nella vita, anche Quentin Amore – Exterior Designer di Maserati – francese di Grenoble con papà siciliano, mamma franco-spagnola e moglie americana, che vive in Italia da 18 anni. “Interpretare la realtà attraverso diversi punti di vista stimola a superare i limiti”, dice Quentin. “Noi creativi dobbiamo spingerci oltre, rischiare, andare là dove ‘non siamo sicuri della perfezione del risultato”. Solo superando l’incertezza si arriva a realizzare un prodotto che è arte: bellissimo perché capace di emozionare”.
Nuovi stimoli e punti di vista alternativi non arrivano solo dai colleghi esperti di design. L’estetica è fondamentale, ma per creare un’auto che esce sul mercato dopo cinque o dieci anni di lavoro, serve anche la sinergia di esperti in ergonomia, ingegneria, aerodinamica.
Talvolta l’idea vincente arriva, a sorpresa, da chi è meno esperto. “Spesso, noi del settore tendiamo a prestare più attenzione ai dettagli tecnici di un progetto, dimenticando come l’identità del design italiano stia in un’estetica inconfondibile, capace di riassumere un capolavoro con una manciata di tratti”, riflette Dario Pellegrino, Exterior Designer di Fiat al Centro Stile da sei anni. “L’esperienza mia, e di altri colleghi, come docenti allo IED di Torino ci serve moltissimo: insegnare a chi conosce poco o nulla del mondo aziendale ci permette di recuperare ‘freschezza’”.
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