Car Design World ha interpretato l'Autobianchi A112 Abarth in chiave moderna.
Presentata al Salone dell'automobile di Torino, nell'ottobre 1971, la "A112 Abarth" ebbe un immediato riscontro di pubblico, mietendo una sostanziosa quantità di ordinativi.
Oltre alla vistosa livrea rosso corsa, contrastata dal nero opaco del cofano e delle fasce sottoporta, la differenza più importante con la normale "A112" era rappresentata dal motore abbondantemente rivisto da Carlo Abarth che, dopo aver concluso la cessione della propria azienda alla FIAT, era stato ingaggiato quale consulente.
La "cura Abarth" per lo sviluppo del già brillante propulsore di 903 cm³ fu piuttosto pesante, comportando l'aumento di cilindrata a 982 cm³ mediante l'allungamento della corsa, l'inserimento di un nuovo albero motore in acciaio nitrurato, l'innalzamento del rapporto di compressione a 10:1 mediante l'adozione di pistoni stampati con segmenti cromati, la riprogettazione dell'albero a camme e delle sedi delle valvole, la modifica all'impianto di scarico e l'adozione di un carburatore doppio corpo. Anche l'impianto frenante subì modifiche sostanziali con la maggiorazione delle pinze sui dischi anteriori e l'adozione del servofreno. La potenza del motore, che già nella fase prototipale aveva superato abbondantemente i 60 CV, venne limitata a 58 CV per raggiungere i previsti livelli di elasticità e robustezza.
Invariata rimase la scocca, ma con interni ben diversi, curati in maniera artigianale e dotati di strumentazione completa, sedili anatomici con appoggiatesta e volante a tre razze con corona in pelle.
Le modifiche migliorarono notevolmente le prestazioni, rispetto alla normale "A112", con risultati prevedibili ed altri quasi inspiegabili. A fronte del corposo incremento delle doti di velocità ed accelerazione, si dovette registrare un lieve aumento degli spazi di frenata, a dispetto dell'impianto potenziato, oltre ad una sorprendente diminuzione (-15%) del consumo di carburante che fece quasi gridare al miracolo. Per i primissimi esemplari costruiti è da segnalare lo sporadico surriscaldamento del lubrificante motore, nonostante l'accorgimento della coppa olio in alluminio, presto risolto con l'adozione, nel gennaio 1972, di un piccolo radiatore per l'olio.
Nata senza rilevanti difetti di gioventù, la "A112 Abarth" ottenne un immediato successo di vendite, destinato a perdurare per quasi tre lustri: un caso molto raro tra le auto sportive derivate dalla grande serie.
Inizialmente venne offerta nell'unica colorazione rosso/nero e, a partire dal 1972, vennero aggiunte anche le verniciature monocromatiche visone e salmone, mantenendo invariate le sellerie nere in finta pelle. Della prima serie furono prodotti 4.641 esemplari.
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