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«Devo confessare – ha riferito Marchionne - che abbiamo fatto due sbagli: abbiamo sottostimato la complessità industriale di un brand così complesso come Alfa Romeo. E ciò ha provocato dei ritardi nella sequenza di lancio con costi aggiuntivi che adesso però abbiamo ampiamente sotto controllo e che hanno rallentato lo sviluppo della gamma. Questo è stato il primo problema».
«Il secondo sbaglio – ha proseguito l'ad - è che abbiamo sottovalutato la reazione dei nostri competitor tedeschi all'introduzione di Alfa. Abbiamo riscontrato in questi anni come fosse molto più difficile penetrare il mercato premium di come pensavamo originariamente. Credo che però la strada che abbiamo illustrato sia quella giusta per andare avanti. Il target di 400.000 vetture che abbiamo stabilito per il 2022 è inferiore a quello che avevamo per il 2018 nel 2014. Abbiamo ridimensionato le nostre stime. Credo quindi che ora siamo molto più consapevoli sulle difficoltà che comporta il rilancio di questo brand.
Se oggi però mi chiedeste se lo farei di nuovo, risponderei che certamente lo rifarei. Non lo rifarei di sicuro alla stessa maniera, ma mi lancerei nuovamente in questa impresa. Penso che in futuro saremo molto più cauti nello stimarela fattibilità nell'industrializzazione delle soluzioni tecniche che vogliamo introdurre. Quello che abbiamo finora fatto però ha un valore enorme e lo dimostrano i numerosi premi conquistati dalla Giulia».
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