A fine febbraio 1978 la Fiat comunica che la vettura sino ad allora conosciuta come 138 – e destinata a sostituire la 128 - si chiamerà Ritmo. Per la prima volta un modello del marchio torinese viene identificato con un nome invece che con un numero.
La costruzione per la prima volta è interamente robotizzata. La Ritmo si fa notare per uno stile decisamente originale, con scudi paraurti che coprono l’intera superficie del frontale e della coda integrando fanaleria, targhe, griglie di aerazione e scritte identificative. I cerchi sono ugualmente insoliti: niente coprimozzi ma disegni creativi, diversi a seconda degli allestimenti. Il Cx è inferiore a 0,40 e persino nei dettagli c’è una ricerca quasi ossessiva dell’originalità: le sicure delle porte, invece che al tradizionale pulsantino, sono affidate a bizzarre mezzelune.
Ennesima primizia della Ritmo: le varie motorizzazioni sono identificate non in base alla cilindrata ma alla potenza del motore: Ritmo 60, Ritmo 65 e Ritmo 75. Altro elemento insolito la disponibilità, sin dal lancio, del cambio automatico, sulla sola 75 CL con motore 1500.
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