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FCA ha concluso il 2017 con un utile quasi raddoppiato rispetto all'esercizio precedente, raggiungendo quota 3,51 miliardi di euro, in crescita del 93% sul 2016. Forte anche l'incremento dell'utile netto rettificato, che ha raggiunto i 3,77 miliardi di euro (+50%).
Risultano invece stabili i valori relativi ai ricavi netti, che si sono fermati a 110,93 miliardi, contro i 111,02 del 2016 (il risultato a parità di cambi, tuttavia, è positivo per l'1%): FCA non ha centrato l'obiettivo di fatturato per l'esercizio passato, che era previsto nella forbice 115-120 miliardi.
Considerando i volumi delle joint venture, il 2017 si è chiuso con 4,74 milioni di unità commercializzate, contro i 4,72 del periodo precedente. Al netto delle jv, le consegne consolidate sono scese di circa 60 mila unità, da 4,48 a 4,42 milioni, "soprattutto a causa della flessione delle vendite nell'area Nafta, dove abbiamo perso 186 mila unità" ha spiegato il cfo Richard Palmer nel corso della call con gli analisti. Un calo programmato, ha ricordato il dirigente, "che si deve alla riduzione delle consegne alle flotte negli Usa e all'uscita di scena di modelli di vecchia generazione come Dodge Dart e Jeep Patriot".
Progresso in doppia cifra anche per l'Ebit (il risultato rettificato ante oneri è migliorato del 16%, a 7,05 miliardi di euro) e risultato centrato per quanto riguarda l'indebitamento industriale netto. Marchionne, l'anno scorso, aveva dato l'obiettivo di scendere sotto la soglia dei 2,5 miliardi: il valore si è attestato a 2,39 miliardi, contro i 4,59 del 2016. Sostanziale anche la riduzione del debito, passato da 24,05 a 17,97 miliardi.
Alla presentazione dei conti, il Gruppo ha mantenuto in buona parte la guidance per quanto riguarda il 2018: la stima di fatturato è stata tagliata da 136 a 125 miliardi, mentre sono stati confermati un Ebit rettificato oltre 8,7 miliardi, un utile netto rettificato oltre i 5, e una liquidità netta industriale di 4 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la singole aree geografiche, in Nordamerica è stato registrato un calo del 4% dei ricavi (-3% a parità di cambi), da 69,09 a 66,09 miliardi e del 7% delle consegne (da 2,59 a 2,4 milioni). Il cambio di rotta sulle vendite alle flotte, del resto, è stato netto: nel 2016 pesavano per il 24% delle immatricolazioni complessive dell'area, l'anno scorso si sono attestate al 19%. In crescita del 2% l'Ebit rettificato, da 5,13 a 5,23 miliardi, "soprattutto grazie al mix di prodotto più favorevole", spiega il gruppo.
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