Mike Manley, ceo del marchio Jeep afferma che: “per ora la produzione della Jeep Compass resta suddivisa tra quattro fabbriche: non abbiamo piani per ampliare la base industriale con un sito europeo”. Precisando la dichiarazione di Alfredo Altavilla, e quindi la nuova C-Suv esce dalla rosa delle candidate per la produzione a Pomigliano. Dove, dal 2020, arriveranno modelli “Alfa Romeo e Maserati”.
Dopo la Compass le novità che vedremo nei prossimi tre anni sono quattro: “Siamo pronti al lancio della nuova Wrangler, che avverrà entro fine anno. Poi, nel 2019, sarà la volta della sua variante pick-up, un modello dalle potenzialità globali, in grado di fare buoni volumi anche fuori dagli Usa. Lo stesso anno vedremo anche la Grand Cherokee di nuova generazione, mentre nel 2020 sarà la volta della Grand Wagoneer”. Quest'ultima “sarà lei a spingerci oltre il target dei due milioni di auto l’anno, anche se è difficile capire di quanto, perché tutto dipende dall’andamento ciclico dei mercati nordamericano, sudamericano ed europeo. In ogni caso, la venderemo anche da voi, 6-8 mesi dopo il debutto negli Usa”.
L'elettrificazione “È un processo inevitabile: abbiamo una strategia chiara e ne vedrete i primi frutti all’inizio del prossimo decennio. Per il momento i nostri piani prevedono l’adozione dell’ibrido plug-in, una soluzione più adatta per noi rispetto a quella dell’elettrico puro. Che, teoricamente ci permetterà anche di ottenere un nuovo schema di trazione integrale senza albero di trasmissione, sistemando gli organi elettrici al posteriore.
“È completamente possibile fare un veicolo di tipo Grand Cherokee sulla piattaforma Giorgio”. La prima Jeep sulla nuova base dell’Alfa dovrebbe essere proprio lei.
“C’è spazio per un modello più piccolo di Renegade, e non sarebbe solo per l’Europa. Ci interessa molto, ed è un progetto cui pensiamo in un’ottica di breve termine. Non posso aggiungere altro al momento: ci piacerebbe farla, ma non posso dirvi se ci stiamo già lavorando.
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