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Al convegno "L'Africa e noi", organizzato a Roma dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla rivista Limes, FCA e CNH Industrial hanno fornito testimonianze sulla loro lunga presenza in Africa, presentando tecnologie e prodotti innovativi per uno sviluppo più sostenibile del continente africano.
A Roma, presso la Farnesina, Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e CNH Industrial N.V. (NYSE: CNHI/MI: CNHI) hanno partecipato al convegno "L'Africa e noi. Sfide e prospettive comuni alla luce dell'African Economic Outlook 2016" durante il quale è stato presentato dall'OCSE - l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - il rapporto 2016 sul continente africano.
Il seminario è stato organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con la presenza del vice ministro Mario Giro, e dalla rivista italiana di geopolitica Limes, con il direttore Lucio Caracciolo nelle vesti di moderatore. Ha visto inoltre la partecipazione di numerose autorità italiane ed estere, in rappresentanza di alcuni tra i principali Paesi africani, e del direttore dell'OCSE Development Center, Mario Pezzini.
Per FCA e CNH Industrial sono intervenuti rispettivamente Fabrizio Cordoni (Head of Sales and Marketing Africa in FCA) e Michele Ziosi, Head of Institutional Relations per la regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) E APAC (Asia Pacifico).
Nel suo intervento, Cordoni ha affrontato numerosi temi: dopo un'introduzione sulla lunga presenza di FCA in Africa con tanti modelli di successo, ha quindi parlato delle caratteristiche e dell'evoluzione dei vari mercati locali. "FCA è in grado di rispondere alle diverse esigenze di un mercato diversificato e in forte crescita come quello africano, con prodotti studiati specificatamente per questi mercati e che rispondono alle diverse esigenze di mobilità. I nostri modelli sono studiati per clienti che devono muoversi su strade sterrate, dissestate e nel deserto, per manager aziendali e per le famiglie che si stanno affacciando per la prima volta verso una mobilità individuale. Senza dimenticare la gamma di Fiat Professional, che risponde sia alle necessità di mobilità urbana ed extra urbana sia di lavoro".
Per quanto riguarda le attività future di Fiat Chrysler Automobiles in Africa, Cordoni ha concluso affermando che "la filosofia di sviluppo worldwide di FCA è quella di investire sui territori e sulle realtà locali creando strategie di sviluppo globale, formando il personale, ampliando la rete commerciale. Un esempio vincente di questo modo di agire arriva dal Brasile: la lunga cooperazione con le autorità regionali e governative ha permesso a FCA di diventare leader di mercato nel Paese con oltre 480 mila veicoli venduti nel 2015 e con stabilimenti altamente tecnologici che rispondono ai più elevati standard qualitativi. Siamo convinti che questo stesso approccio possa essere esteso all'Africa per la sua crescita futura".
Michele Ziosi è invece partito dai dati dell'African Economic Outlook 2016 per commentare: "L'Africa sta sicuramente crescendo e offre importanti opportunità in molti settori, dalle infrastrutture ai trasporti, dall'agricoltura all'energia. Tuttavia non mancano le sfide. I due terzi delle popolazioni subsahariane vivono senza elettricità e in condizioni ambientali precarie; inoltre l'inquinamento, dovuto all'utilizzo di fonti energetiche come legno o carbone, è ancora a livelli molto elevati ed è tra le cause di condizioni ambientali precarie con danni alla salute. Situazioni che diventano ancora più critiche se si considera che, secondo le proiezioni demografiche dell'ONU, entro il 2035 l'Africa avrà raddoppiato la sua popolazione, passando da uno a oltre due miliardi di abitanti. Per far fronte a queste sfide, possiamo anzitutto sostenere la produzione di cibo attraverso uno sviluppo mirato della meccanizzazione agricola così da incrementare le rese dei raccolti e ridurre sprechi e perdite. Altrettanto importante sarà la crescita di una mobilità più sostenibile per il trasporto di persone e merci".
Azioni possibili anche grazie alla radicata presenza nel continente di aziende come CNH Industrial. Infatti, la Società, attraverso i suoi numerosi marchi, vanta un'estesa rete commerciale che copre - con tipologie di prodotto come veicoli commerciali e da cava e cantiere (Iveco e Astra), macchine agricole (Case IH e New Holland), generatori di potenza (FPT Industrial) e mezzi per la protezione civile (Magirus) - la quasi totalità dei Paesi africani, oltre a diverse sedi produttive. Impianti di assemblaggio per varie gamme di veicoli commerciali Iveco esistono in Etiopia, Libia, Marocco, Sudafrica e Tunisia, mentre in Etiopia e Sudan vengono assemblate macchine agricole Case IH e New Holland.
CNH Industrial è già impegnata in vari progetti di sostegno alle comunità locali: "Scuole sicure" in Sudafrica, per garantire un'accresciuta sicurezza stradale agli oltre 1.100 bambini che frequentano la scuola elementare Isikhokelo a Cape Town; "1.000 giardini in Africa" per la creazione di modelli di agricoltura sostenibile, con la donazione di un veicolo Iveco ai pastori della comunità Karrayyu in Etiopia; "Water management" in Tunisia, per migliorare i sistemi di raccolta delle acque e di irrigazione nel paese; TechPro2 in Etiopia e Sudafrica, per la formazione tecnico-professionale dei giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro.
Questi esempi di sostegno diretto si inseriscono nella più ampia strategia di FCA e CNH Industrial a supporto della realtà africana, così riassunta da Ziosi: "Noi stiamo investendo per intercettare il potenziale locale e per svilupparlo, impegnandoci non solo a lavorare in Africa, ma soprattutto con l'Africa".
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