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Intervista di Auto.it a Klaus Busse Head of Design di FCA per la regione Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA), e supervisore dello stile dei marchi Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Maserati e Fiat Professional.
Tedesco, nato a Minden 45 anni fa, inizia la sua carriera alla Mercedes-Benz nel 1995, dopo la laurea in design dei trasporti conseguita in Inghilterra alla Coventry University. Nel 2005 si trasferisce da Stoccarda a Detroit nell’ambito dei programmi dell’allora DaimlerChrysler.
Dopo il divorzio dei due gruppi resta legato al design Chrysler, dove ricopre incarichi di rilievo crescente, in particolare nell’interior design di cui assume nel 2009 la responsabilità per tutti i brand americani di quello che è diventato nel frattempo il gruppo Fiat Chrysler. Un compito che svolge sino all’autunno scorso, quando gli vengono affidati marchi Alfa Romeo, Maserati, Fiat, Fiat Professional, Abarth e Lancia.
Busse arriva a “Officina 83”, dove ha sede a Torino il Centro Stile di FCA. La suddivisione per marchi è attuata per il design degli esterni, mentre il design degli interni di tutti i brand è affidato ad un’unica unità.
Busse esprime ammirazione per i prodotti appena lanciati, dalla 124 Spider, “omaggio rispettoso alla vettura di 50 anni fa, reinterpretata con uno slancio contemporaneo”, alla famiglia Tipo, “un lavoro eccellente dei designer Fiat per dare alle vetture un look premium”, alla Maserati Levante “sorprendente per come hanno saputo intervenire sulle proporzioni e riprendere in un Suv il tema del coupé Alfieri”.
Appassionante è il carattere di ogni marca nella sua specificità: “Fiat, funzionale ed empatica, da sempre rende la mobilità accessibile alle masse. Alfa Romeo, con la sua sportività espressa dalla bellezza formale pura, senza bisogno di decorazioni superflue. Maserati, così elegante, la vera vettura del gentleman: ho molto rispetto per il lavoro fatto sugli interni e l’eccellenza dei materiali”.
Di Fiat Professional ammira “le architetture intelligenti e super-funzionali, Roberto Giolito ha una grande cultura del product design e saprà elevare questi veicoli ad un livello ancora superiore”.
Per Lancia bisognerà vedere che cosa porterà il futuro, mentre per Abarth non ha esitazioni: “Non saprei come descriverla se non con un sorriso, sono vetture che puoi guidare in pista e poi nel traffico senza infastidire il prossimo, hanno grinta e simpatia”. “Mi sembra di osservare cose che prima non vedevo così. Il mondo è ormai globalizzato, ma esistono ancora diversità culturali. Modi diversi con cui la gente perviene alle soluzioni. Mi considero fortunato ad essere stato esposto alla cultura americana, è un luogo dove storicamente il design ha giocato un ruolo di rilievo. In Europa, per tradizione era sempre l’engineering a guidare il progetto e il design riportava all’ingegneria, mentre in America il design siede al tavolo decisionale da sempre, è considerato parte integrante dell’azienda”.
Oggi il design è un fattore strategico in ogni parte del mondo. Lui, che ha lavorato a progetti per vetture e brand assai differenti tra loro – dalle berline Mercedes agli interni della Jeep Renegade e della Chrysler Pacifica, al Jeep Interior Concept presentato a Shanghai nel 2015, per citarne solo alcuni – ritiene che “sarebbe un errore copiare le caratteristiche altrui. Ovunque tu vada, la cultura americana è amata e seguita dall’immaginario collettivo, ma così è anche per l’Italia: è il paese del design, non solo automobilistico, ma di prodotto. Tutti nel mondo conoscono almeno un oggetto di design italiano. Chi compra una Fiat 500 acquista un pezzo di cultura italiana. Ed è questo il nostro compito: amare la cultura italiana e portarla avanti”.
“Il design è un supporto fondamentale alle decisioni dei vertici aziendali», risponde prontamente. «Si cercano nuove opportunità sul mercato e il design è coinvolto in questo scambio di visioni. Ciò significa che può fare proposte, sollecitare domande, anche se non tutto ciò che si disegna andrà ovviamente su strada”.
E' presto per preannunciare come cambieranno le forme delle auto, ma su un punto Klaus Busse è ben chiaro: “È giusto muoversi con cautela, noi designer possiamo diventare molto entusiasti delle novità, guardiamo al futuro e vorremmo arrivarci subito. Bisogna essere cauti anche con la tecnologia, non la si introduce a bordo per il solo fatto che esiste o per essere i primi sul mercato. Alla fine, il nostro lavoro consiste nel far muovere le persone in sicurezza. E su belle automobili”.
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