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Marchionne esercita tutte le opzioni e aumenta all'1% la quota in FCA

 
Sergio Marchionne incassa tutte le stock option (con due maxi plusvalenze) e aumenta la partecipazione in FCA conservando una parte dei titoli acquistati. Il manager italo-canadese, che è amministratore delegato di Fiat-Chrysler (FCA) e presidente di Cnh Industrial (CNHI), ha attuato l'operazione in due fasi: la prima riguarda la stock option attribuitagli nel 2006, che gli dava diritto ad acquistare 6,25 milioni di azioni FCA e altrettante CNHI al prezzo di 13,37 euro per una coppia di azioni (una FCA e una CNHI). La seconda concerne la stock option più vantaggiosa, che Marchionne ricevette nel 2004 - l'anno del suo arrivo al Lingotto: in base ad essa il manager poteva acquistare 10,67 milioni di titoli FCA e altrettanti Cnh Industrial a un prezzo di 6,583 euro (per una azione FCA più una CNHI).
La stock option 2006... - I dettagli della prima operazione sono disponibili sul sito della Afm, l'autorità olandese dei mercati finanziari (sia FCA che CNHI, aziende di diritto olandese, sono soggette al suo controllo). La seconda è stata comunicata nella tarda serata di ieri (dopo la chiusura della Borsa americana) dalla stessa FCA. Vediamo dunque i dettagli della prima: Marchionne ha esercitato giovedì 30 ottobre l'intera stock option (che sarebbe scaduta lunedì 3 novembre) acquistando i titoli al prezzo di esercizio di 13,37 euro per un esborso complessivo di 83,5 milioni, e li ha poi ceduti il 30 e 31 ottobre sul mercato incassando un totale di 94,3 milioni, con una plusvalenza di 10,75 milioni (al lordo delle tasse).
...e quella del 2004 - Secondo il comunicato diffuso in serata da FCA, Marchionne ha esercitato anche la stock option del 2004, che scadeva a fine 2015. Qui i dettagli non sono completi, perché i filing alla Afm non sono ancora disponibili; l'esercizio dell'opzione è dunque verosimilmente avvenuto lunedì o martedì. L'esborso complessivo per Marchionne è stato di 70,24 milioni di euro, che il manager ha finanzato vendendo sul mercato 5.400.000 azioni FCA e 4.957.357 azioni CNHI (il ricavato della cessione è andato a finanziare anche le obbligazioni tributarie derivanti dall'esercizio delle stock option). Ai prezzi di chiusura ieri in Piazza Affari (8,775 euro per FCA e 6,17 per CNHI) Marchionne avrebbe incassato dalle cessioni un totale di poco meno di 78 milioni di euro. “Ulteriori vendite di azioni CNHI - spiega il comunicato FCA - avranno luogo nei prossimi giorni”.
La quota in FCA sale all'1% - Per questa seconda stock option è difficile calcolare la plusvalenza, poiché Marchionne non ha ceduto tutte le azioni acquisite. Moltiplicando la somma dei due prezzi di ieri (8,775 più 6,17 fa 14,945) per i 10,67 milioni di titoli si ottiene un ricavo potenziale di vendita di 159,46 milioni di euro. Sottraendo l'esborso di Marchionne (70,24 milioni) si ottiene sulla carta una plusvalenza di 89 milioni di euro. Il manager non ha però venduto tutti i titoli FCA ma ha deciso di tenerne in portafoglio una parte, incrementando la propria partecipazione in FCA a 12.102.411 azioni ordinarie, pari allo 0,75% circa del capitale (includendo anche le azioni speciali) o all'1% circa se si considerano solo quelle ordinarie.
L'aiuto dallo scorporo Ferrari - Con il deposito dei documenti presso l'Afm (e le successive cessioni di titoli Cnh) il quadro dovrebbe chiarirsi. Fin d'ora si possono però fare un'osservazione e un calcolo. La prima stock option, quella attribuita al manager nel 2006, scadeva come detto il 3 novembre. Fino a pochi giorni prima della scadenza l'opzione era out of the money, ovvero non avrebbe garantito a Marchionne alcun guadagno. È stato l'annuncio del 29 ottobre della quotazione di Ferrari, che ha spinto il titolo Fiat-Chrysler al rialzo di oltre il 12%, a dare la spinta decisiva. C'è stato un momento, lo scorso aprile, in cui esercitando l'opzione Marchionne avrebbe guadagnato 15 milioni di euro in più; ma vendere i titoli poche settimane prima della presentazione del piano industriale (il 6 maggio) non sarebbe stato opportuno, e neppure consentito se troppo vicino alla data della presentazione del piano, che coincideva con l'approvazione dei conti del 1° trimestre 2014; per lo stesso motivo, Marchionne non ha potuto esercitarla anche nei 15 giorni precedenti il recente annuncio dei risultati trimestrali, avvenuto anch'esso il 29 ottobre.
Compensi lordi per 240 milioni - Il calcolo che si può fare sin d'ora riguarda quanto, con l'esercizio delle due stock option, Marchionne ha ricevuto finora dal gruppo Fiat: i compensi lordi possono essere stimati a 240 milioni di euro, tra stipendi e benefit (oltre 54 milioni) e stock option e grant (quasi 185 milioni); in questo calcolo le azioni di cui il manager dispone sono state incluse al prezzo del momento in cui le ha ricevute. Diviso per i dieci anni di permanenza al Lingotto, fa 24 milioni l'anno, sempre al lordo delle tasse; tasse che il manager paga nel cantone svizzero di Zugo, uno dei più vantaggiosi per chi ha un reddito elevato come il suo.
Restano ancora gli stock grant - A Marchionne restano da incassare stock grant per poco meno di 30 milioni (alcuni dei quali non ancora maturati); il manager, che dovrebbe rimanere in FCA fino al 2018 per gestire il piano industriale 2014-2018, riceverà poi verosimilmente nuove opzioni o grant in relazione al piano stesso.

Fonte ilsole24ore.com

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