A Milano appena sopra i 7 euro e a New York a 9,10 dollari: la prima settimana di vita del nuovo titolo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), complici i dati positivi segnati in Europa dal gruppo e l'attesa per eventuali decisioni che il primo cda del nuovo corso prenderà il 29 ottobre prossimo, si è conclusa con le azioni in crescita. E mentre l'a.d. Sergio Marchionne, insieme al CFO Richard Palmer, ha già iniziato gli incontri con banche e investitori istituzionali allo scopo di convincerli sulla bontà del progetto cha ha portato alla fusione tra Fiat e Chrysler, c'è già chi si esercita a immaginare quale sarà l'impatto del nuovo gruppo sulla produzione di auto in Italia. Il nuovo corso di FCA si confronta, infatti, con dati di produzione ai minimi termini: 595mila unità lo scorso anno rispetto alle 609.145 del 2012 (16.020 tra Grugliasco e Modena, 19.650 a Mirafiori, 79.050 a Cassino, 115mila a Melfi, 154.830 a Pomigliano d'Arco, 203.950 ad Atessa grazie alla joint venture con PSA, 7mila alla Ferrari di Maranello che però fa storia a sé). Un'analisi di PwC Autofacts, alla luce dei piani di Marchionne di trasformare buona parte del sistema produttivo italiano in un hub preposto all'esportazione, vede gli stabilimenti del Paese tornare a sfornare, nel 2019, più di un milione di unità, il 76% in più rispetto ai volumi del 2013. «Si assisterà a una crescita progressiva - affermano gli analisti di PwC - che per FCA significherà già, per quest'anno, un +8,7% grazie soprattutto all'impianto di Melfi», dal quale già esce la nuova Jeep Renegade (circa 170mila unità la produzione a regime, ndr) e, da inizio 2015, la Fiat 500X. A Melfi, PwC affianca anche la fabbriche Maserati (Grugliasco soprattutto, dove nascono Ghibli e Quattroporte, e presto anche Mirafiori che sfornerà il Suv Levante). Insieme a Pomigliano e agli altri siti di FCA in Italia, la produzione si porterà così, secondo l'istituto di consulenza, a 630mila unità, oltre il dato del 2012. «Ma ci aspettiamo - la previsione - un aumento ancora più marcato nel 2015 (+37% sul 2014) quando, al pieno regime di Melfi, si dovrebbe aggiungere il rilancio del marchio Alfa Romeo con la produzione dei primi modelli della gamma rinnovata (la nuova Giulia, ndr) ». Le stime, ovviamente, tengono conto della difficile situazione in cui si trova il mercato italiano, «la cui crescita appare ritardata e meno robusta». Solo dal 2016, infatti, è prevista una leggera risalita delle immatricolazioni oltre quota 1,4 milioni di unità (1,34 milioni di immatricolazioni è il dato di chiusura previsto per
l'anno in corso, con un +3,8% rispetto al 2013). Da PwC Autofacts, dunque, una serie di stime positive per il futuro di FCA in Italia che fanno il paio con le recenti dichiarazioni di Marchionne: «Quando ripartirà completamente la macchina industriale - aveva precisato a inizio mese dal Salone di Parigi - i lavoratori adesso in cassa integrazione rientreranno tutti. Gli investimenti li stiamo facendo». Intanto, nella «top ten» Jato dei veicoli più venduti nel mese, a settembre rispunta un'italiana: la Fiat 500, al decimo posto, e pronta a insidiare la nona posizione della Opel Astra. Era da marzo che un'italiana (sempre la 500) non compariva nella classifica guidata dall'inamovibile Volkswagen Golf.
Fonte ilgiornale.it
A Milano appena sopra i 7 euro e a New York a 9,10 dollari: la prima settimana di vita del nuovo titolo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), complici i dati positivi segnati in Europa dal gruppo e l'attesa per eventuali decisioni che il primo cda del nuovo corso prenderà il 29 ottobre prossimo, si è conclusa con le azioni in crescita. E mentre l'a.d. Sergio Marchionne, insieme al CFO Richard Palmer, ha già iniziato gli incontri con banche e investitori istituzionali allo scopo di convincerli sulla bontà del progetto cha ha portato alla fusione tra Fiat e Chrysler, c'è già chi si esercita a immaginare quale sarà l'impatto del nuovo gruppo sulla produzione di auto in Italia. Il nuovo corso di FCA si confronta, infatti, con dati di produzione ai minimi termini: 595mila unità lo scorso anno rispetto alle 609.145 del 2012 (16.020 tra Grugliasco e Modena, 19.650 a Mirafiori, 79.050 a Cassino, 115mila a Melfi, 154.830 a Pomigliano d'Arco, 203.950 ad Atessa grazie alla joint venture con PSA, 7mila alla Ferrari di Maranello che però fa storia a sé). Un'analisi di PwC Autofacts, alla luce dei piani di Marchionne di trasformare buona parte del sistema produttivo italiano in un hub preposto all'esportazione, vede gli stabilimenti del Paese tornare a sfornare, nel 2019, più di un milione di unità, il 76% in più rispetto ai volumi del 2013. «Si assisterà a una crescita progressiva - affermano gli analisti di PwC - che per FCA significherà già, per quest'anno, un +8,7% grazie soprattutto all'impianto di Melfi», dal quale già esce la nuova Jeep Renegade (circa 170mila unità la produzione a regime, ndr) e, da inizio 2015, la Fiat 500X. A Melfi, PwC affianca anche la fabbriche Maserati (Grugliasco soprattutto, dove nascono Ghibli e Quattroporte, e presto anche Mirafiori che sfornerà il Suv Levante). Insieme a Pomigliano e agli altri siti di FCA in Italia, la produzione si porterà così, secondo l'istituto di consulenza, a 630mila unità, oltre il dato del 2012. «Ma ci aspettiamo - la previsione - un aumento ancora più marcato nel 2015 (+37% sul 2014) quando, al pieno regime di Melfi, si dovrebbe aggiungere il rilancio del marchio Alfa Romeo con la produzione dei primi modelli della gamma rinnovata (la nuova Giulia, ndr) ». Le stime, ovviamente, tengono conto della difficile situazione in cui si trova il mercato italiano, «la cui crescita appare ritardata e meno robusta». Solo dal 2016, infatti, è prevista una leggera risalita delle immatricolazioni oltre quota 1,4 milioni di unità (1,34 milioni di immatricolazioni è il dato di chiusura previsto per
l'anno in corso, con un +3,8% rispetto al 2013). Da PwC Autofacts, dunque, una serie di stime positive per il futuro di FCA in Italia che fanno il paio con le recenti dichiarazioni di Marchionne: «Quando ripartirà completamente la macchina industriale - aveva precisato a inizio mese dal Salone di Parigi - i lavoratori adesso in cassa integrazione rientreranno tutti. Gli investimenti li stiamo facendo». Intanto, nella «top ten» Jato dei veicoli più venduti nel mese, a settembre rispunta un'italiana: la Fiat 500, al decimo posto, e pronta a insidiare la nona posizione della Opel Astra. Era da marzo che un'italiana (sempre la 500) non compariva nella classifica guidata dall'inamovibile Volkswagen Golf.
l'anno in corso, con un +3,8% rispetto al 2013). Da PwC Autofacts, dunque, una serie di stime positive per il futuro di FCA in Italia che fanno il paio con le recenti dichiarazioni di Marchionne: «Quando ripartirà completamente la macchina industriale - aveva precisato a inizio mese dal Salone di Parigi - i lavoratori adesso in cassa integrazione rientreranno tutti. Gli investimenti li stiamo facendo». Intanto, nella «top ten» Jato dei veicoli più venduti nel mese, a settembre rispunta un'italiana: la Fiat 500, al decimo posto, e pronta a insidiare la nona posizione della Opel Astra. Era da marzo che un'italiana (sempre la 500) non compariva nella classifica guidata dall'inamovibile Volkswagen Golf.
Fonte ilgiornale.it
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