Interrogato in un incontro riservato a pochissimi su due punti che fanno molto discutere,Sergio Marchionne non si è tirato indietro.
"Si è parlato troppo - ha chiarito con forza il numero uno di FCA - della questione di aumentare la produzione di vetture Ferrari fino a 10 mila all'anno. Io non ho mai detto questo, anche perché fino al 2018 è stato abilito un tetto di 7 mila. Ho solo illustrato che se il mercato lo richiedesse con forza, noi dovremo essere in grado di soddisfare le richieste fino a un tetto di 10 mila. Credo anche che non sia più il tempo di attese oltre i 6/9 mesi perché i clienti hanno fretta e non vanno scontentati".
Quanto ai motori Ferrari da competizione, soprattutto in ottica futura di un coinvogimento dell'Alfa Romeo nelle corse, ha aggiunto: "Penso che sia una cosa giusta da fare, ma prima dobbiamo cominciare a scegliere meglio le squadre che equipaggiamo in F1. Non non ci possiamo permettere le ultime della fila quando i diretti rivali si prendono il meglio".
"Si è parlato troppo - ha chiarito con forza il numero uno di FCA - della questione di aumentare la produzione di vetture Ferrari fino a 10 mila all'anno. Io non ho mai detto questo, anche perché fino al 2018 è stato abilito un tetto di 7 mila. Ho solo illustrato che se il mercato lo richiedesse con forza, noi dovremo essere in grado di soddisfare le richieste fino a un tetto di 10 mila. Credo anche che non sia più il tempo di attese oltre i 6/9 mesi perché i clienti hanno fretta e non vanno scontentati".
Quanto ai motori Ferrari da competizione, soprattutto in ottica futura di un coinvogimento dell'Alfa Romeo nelle corse, ha aggiunto: "Penso che sia una cosa giusta da fare, ma prima dobbiamo cominciare a scegliere meglio le squadre che equipaggiamo in F1. Non non ci possiamo permettere le ultime della fila quando i diretti rivali si prendono il meglio".
Un Sergio Marchionne a tutto campo, quello che si è visto durante l'incontro con la stampa italiana al Salone di Parigi 2014. L’ad di Torino ha fatto il punto sulla situazione attuale del Gruppo FCA, smentendo ulteriormente la necessità di un aumento di capitale, e poi focalizzando l'attenzione sulle prospettive commerciali. Che a suo parere non sono ancora rosee in Europa, almeno sul breve termine. “Il periodo più delicato per il Gruppo FCA è il biennio 2014-2015: abbiamo 18 mesi delicati da superare, poi le cose diventeranno più semplici”, ha affermato il numero uno della Fiat.
Marchionne si è espresso anche sulla proposta di inserire il Tfr in busta paga: “Come è strutturato adesso ha dato una base di finanziamento alle aziende, ma il vero problema è creare le condizioni per la ripartenza dei consumi, e tutto quanto va in quella direzione per me è un buon provvedimento. L’obiettivo credo sia quello giusto, e ritengo sia il caso di appoggiare il governo in questa manovra. Bisogna dare più liquidità al sistema, per quanto tutto questo costerà molto alle aziende e alla Fiat”.
“Non sarò presente a Austin, perché in quel week-end sarò altrove”, ha detto l’ad in merito al suo primo fine settimana al timone della Ferrari, dove si insedierà il 13 ottobre, giorno della quotazione di FCA a Wall Street. Sottolineando la stima e l’apprezzamento per l’operato di Montezemolo (“vedrete che macchina eccezionale presenterà oggi”), il manager ha sottolineato il desiderio di risollevare le sorti della Gestione Sportiva: “Mi dà un gran fastidio vedere che la Ferrari vada così, ma non dà fastidio solo a me, e tutti sono al lavoro per migliorare le cose”.
“Non sarò presente a Austin, perché in quel week-end sarò altrove”, ha detto l’ad in merito al suo primo fine settimana al timone della Ferrari, dove si insedierà il 13 ottobre, giorno della quotazione di FCA a Wall Street. Sottolineando la stima e l’apprezzamento per l’operato di Montezemolo (“vedrete che macchina eccezionale presenterà oggi”), il manager ha sottolineato il desiderio di risollevare le sorti della Gestione Sportiva: “Mi dà un gran fastidio vedere che la Ferrari vada così, ma non dà fastidio solo a me, e tutti sono al lavoro per migliorare le cose”.
Rispondendo indirettamente a Flavio Briatore, che nei giorni scorsi aveva avanzato dubbi sulla possibilità di Marchionne di gestire anche la Ferrari (“già lavora 22 ore al giorno, mi domando dove troverà il tempo”), il dirigente ha rassicurato la stampa: “Mi alzerò prima la mattina. Troverò il tempo da dedicargli: ho preso un impegno e lo porterò avanti”.
Naturalmente Marchionne ha parlato anche di prodotto, a partire dalle nuove piccole crossover, protagoniste proprio qui a Parigi: “Voglio vendere tutte quelle che sono capace di produrre: stanotte ho rifatto qualche calcolo per capire quante ne possiamo fare, ma abbiamo la capacità per soddisfare tutta la domanda globale. Anche grazie alla produzione della Renegade in Cina, che partirà dal 2016. E sulla distinzione tra i due modelli, chiosa con una battuta: “Non porterei una 500X a inseguire una Renegade Trailhawk in fuoristrada”.
La versione Fiat della nuova Mazda MX-5, modello che fino a qualche mese fa veniva dato per certo sotto l'egida del Biscione, arriverà a cavallo tra il 2015 e il 2016. "Noi l’avremmo anche voluta più presto, ma i nostri partner non sono in grado di fornircela prima di quel momento". Un annuncio a effetto anche sul rilancio dell’Alfa: “Non c’è un programma sportivo nel piano industriale che abbiamo presentato nei mesi scorsi, ma non è detto che non si farà”.
Il dirigente ha affrontato anche la questione della quotazione in borsa del titolo FCA, partendo da una riflessione sui dati di mercato: "A settembre Chrysler negli Usa ha superato Toyota, e considerando il punto da cui partivamo nel 2009 e il percorso che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni c'è da essere orgogliosi: il nostro titolo interesserà sicuramente gli investitori americani.
L’ibrido, ha ribadito Marchionne, arriverà in FCA nel 2016, con il lancio del nuovo minivan americano: "È una tecnologia che per forza abbiamo dovuto assorbire per rispettare i limiti sulle emissioni. E riguardo l'autonomous drive: "Un campo interessante, ma bisogna stare attenti. Non siamo Google e non vogliamo innamorarci di un concetto che magari non è vendibile. E poi dobbiamo prima assicurarci che venga creata un’infrastruttura adeguata per far circolare quel tipo di auto.
In merito al rispetto dei limiti di emissioni fissati al 2020, infine, l'ad ha espresso
l'agitazione condivisa da tutto il settore: “Noi Costruttori siamo molto preoccupati, e ci stiamo interfacciando ogni giorno con Bruxelles. Per ora non siamo riusciti a convincerli della necessità di inquadrare questi obiettivi nel quadro economico dell’Europa, dove c’è ancora sovracapacità del sistema, e i costi di produzione sono ancora molto alti. Per ora non ci hanno ascoltati, e non sono ottimista riguardo una revisione degli obiettivi".
Fonte Quattroruote
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