Con la consacrazione allo status di “vetture di interesse storico”, alcuni recenti modelli della Casa del Biscione prodotti a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta hanno cominciato a suscitare l’interesse di collezionisti ed eterni giovani che queste Alfa le hanno guidate appena commercializzate.
E’ chiaro che non tutte le vetture prodotte dall’Alfa Romeo nell’ultimo ventennio hanno la stessa ricercatezza ed appetibilità collezionistica, ma, seppur con sostanziali differenze di prezzo ed interesse, è possibile togliersi lo sfizio di una vettura “da collezionare” anche non godendo di un grosso budget da investire.
Ecco, seguendo questo semplice criterio, questa scheda è proprio dedicata a quest’ultima clientela.
Per semplificare le cose, al fine di fornire un rapido e primo strumento, distingueremo le vetture in tre fasce di prezzo, per ognuna delle quali indicheremo un modello che secondo noi è meritevole di essere preso in considerazione per l’eventuale acquisto, ovvero:
E’ chiaro che non tutte le vetture prodotte dall’Alfa Romeo nell’ultimo ventennio hanno la stessa ricercatezza ed appetibilità collezionistica, ma, seppur con sostanziali differenze di prezzo ed interesse, è possibile togliersi lo sfizio di una vettura “da collezionare” anche non godendo di un grosso budget da investire.
Ecco, seguendo questo semplice criterio, questa scheda è proprio dedicata a quest’ultima clientela.
Per semplificare le cose, al fine di fornire un rapido e primo strumento, distingueremo le vetture in tre fasce di prezzo, per ognuna delle quali indicheremo un modello che secondo noi è meritevole di essere preso in considerazione per l’eventuale acquisto, ovvero:
- fino a 3999 euro: Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde
- da 4000 a 6999 euro: Alfa Romeo 2.0 Twin Spark
- oltre 7000 euro: Alfa Romeo 155 Q4
- da 4000 a 6999 euro: Alfa Romeo 2.0 Twin Spark
- oltre 7000 euro: Alfa Romeo 155 Q4
Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde (1986)
Con soli 100 grammi di ghisa in più a rinforzarne il basamento e il cambiamento di alesaggio e corsa, i tecnici dell’Alfasud realizzano una nuova unità di di 1712 cc capace di erogare 114 CV a 5800 giri/min e di spingere la 33 oltre i 200 km/h.
A parte i primissimi esemplari costruiti, quando il sistema ancora non è pronto, la nuova 1.7 Quadrifoglio Verde verrà dotata di punterie idrauliche, un notevole passo in avanti che descrive un propulsore moderno ed affidabile, con una manutenzione sempre più ridotta. Per l’Alfa Romeo è la prima volta che giunge in produzione questo sistema, nonostante fosse stato largamente studiato già durante la seconda guerra mondiale, partendo dai motori d’aviazione.
Esternamente, la Quadrifoglio Verde del 1986 è caratterizzata da un nuovo allestimento di carrozzeria, su cui spiccano il grande spoiler posteriore in tinta con la carrozzeria, diverse fasce sottoporta, deflettori antiturbolenza ai finestrini anteriori e ruote in lega di serie. Inoltre, all’avantreno, sono installati dischi freno autoventilanti.
Oggi è un buon investimento per chi desidera una “giovane promessa”.
Con soli 100 grammi di ghisa in più a rinforzarne il basamento e il cambiamento di alesaggio e corsa, i tecnici dell’Alfasud realizzano una nuova unità di di 1712 cc capace di erogare 114 CV a 5800 giri/min e di spingere la 33 oltre i 200 km/h.
A parte i primissimi esemplari costruiti, quando il sistema ancora non è pronto, la nuova 1.7 Quadrifoglio Verde verrà dotata di punterie idrauliche, un notevole passo in avanti che descrive un propulsore moderno ed affidabile, con una manutenzione sempre più ridotta. Per l’Alfa Romeo è la prima volta che giunge in produzione questo sistema, nonostante fosse stato largamente studiato già durante la seconda guerra mondiale, partendo dai motori d’aviazione.
Esternamente, la Quadrifoglio Verde del 1986 è caratterizzata da un nuovo allestimento di carrozzeria, su cui spiccano il grande spoiler posteriore in tinta con la carrozzeria, diverse fasce sottoporta, deflettori antiturbolenza ai finestrini anteriori e ruote in lega di serie. Inoltre, all’avantreno, sono installati dischi freno autoventilanti.
Oggi è un buon investimento per chi desidera una “giovane promessa”.
Alfa Romeo 75 2.0 Twin Spark (1987)
Una delle peculiarità che per anni aveva donato all’Alfa Romeo un vantaggio prestazionale nei con- fronti della concorrenza era la distribuzione a doppio albero a camme in testa, unita alle camere di scoppio emisferiche ed all’alimentazione singola. Tuttavia, all’alba degli anni Ottanta, alcuni costruttori iniziano a cimentarsi nella costruzione di testate a quattro valvole per cilindro. Contemporaneamente le sempre più restrittive norme sulle emissioni e la crisi petrolifera hanno vincolato le case all’uso dell’iniezione elettronica. In questo modo il gap tecnologico-pre- stazionale dei motori Alfa Romeo viene rapidamente eroso ed il buon motore bialbero di due litri, pur restando un ottimo motore, non è più all’avanguardia.
Un po’ per la crisi che investe l’azienda, per la fretta di sfornare nuovi prodotti e i budget ridotti stanziati per la progettazione in Alfa si opta per una soluzione più tradizionale: una nuova testata – ma ancora a due valvole – montata sul vecchio basamento in alluminio. Prende avvio così lo sviluppo di quello che sarà denominato “Twin Spark”, a doppia accensione (con “testa stretta”, cioè con valvole inclinate fra loro di 46° invece dei consueti 80°) con una soluzione inaugurata in gara quindici anni prima sulle 1750 e 2000 GTAm.
La potenza massima erogata è davvero considerevole: ben 148 CV a 5800 giri/min con una coppia di 19 kgm a 4700 giri/min! Sono valori estremamente elevati rispetto alla concorrenza, che ristabiliscono il gioco di forza dell’Alfa nei confronti delle concorrenti, permettendo alla 75 2.0i Twin Spark una velocità massima di 205 Km/h (ed uno 0-100 km/h in solo 8.2”), tale da renderla la più veloce delle 2.0 sul mercato.
Fra le versioni speciali, spicca sicuramente la versione numerata ASN (Allestimento Speciale Numerato) condiviso, in alcuni mercati, con la “Turbo”: una chicca per collezionisti che amano l’esclusivita…magari seduti su selleria Recaro.
Una delle peculiarità che per anni aveva donato all’Alfa Romeo un vantaggio prestazionale nei con- fronti della concorrenza era la distribuzione a doppio albero a camme in testa, unita alle camere di scoppio emisferiche ed all’alimentazione singola. Tuttavia, all’alba degli anni Ottanta, alcuni costruttori iniziano a cimentarsi nella costruzione di testate a quattro valvole per cilindro. Contemporaneamente le sempre più restrittive norme sulle emissioni e la crisi petrolifera hanno vincolato le case all’uso dell’iniezione elettronica. In questo modo il gap tecnologico-pre- stazionale dei motori Alfa Romeo viene rapidamente eroso ed il buon motore bialbero di due litri, pur restando un ottimo motore, non è più all’avanguardia.
Un po’ per la crisi che investe l’azienda, per la fretta di sfornare nuovi prodotti e i budget ridotti stanziati per la progettazione in Alfa si opta per una soluzione più tradizionale: una nuova testata – ma ancora a due valvole – montata sul vecchio basamento in alluminio. Prende avvio così lo sviluppo di quello che sarà denominato “Twin Spark”, a doppia accensione (con “testa stretta”, cioè con valvole inclinate fra loro di 46° invece dei consueti 80°) con una soluzione inaugurata in gara quindici anni prima sulle 1750 e 2000 GTAm.
La potenza massima erogata è davvero considerevole: ben 148 CV a 5800 giri/min con una coppia di 19 kgm a 4700 giri/min! Sono valori estremamente elevati rispetto alla concorrenza, che ristabiliscono il gioco di forza dell’Alfa nei confronti delle concorrenti, permettendo alla 75 2.0i Twin Spark una velocità massima di 205 Km/h (ed uno 0-100 km/h in solo 8.2”), tale da renderla la più veloce delle 2.0 sul mercato.
Fra le versioni speciali, spicca sicuramente la versione numerata ASN (Allestimento Speciale Numerato) condiviso, in alcuni mercati, con la “Turbo”: una chicca per collezionisti che amano l’esclusivita…magari seduti su selleria Recaro.
Alfa Romeo 155 Q4 (1992)
Nonostante sia disponibile una versione equipaggiata con il prestigioso sei cilindri della famiglia Alfa di due litri e mezzo, l’intenzione del Gruppo Fiat di dare a tutti i modelli del Casa almeno una versione a quattro ruote motrici, fa sì che il vertice della gamma venga equipaggiato con motore quattro cilindri sovralimentato di cui è felicemente dotata la Lancia Delta Integrale.
Nonostante sia disponibile una versione equipaggiata con il prestigioso sei cilindri della famiglia Alfa di due litri e mezzo, l’intenzione del Gruppo Fiat di dare a tutti i modelli del Casa almeno una versione a quattro ruote motrici, fa sì che il vertice della gamma venga equipaggiato con motore quattro cilindri sovralimentato di cui è felicemente dotata la Lancia Delta Integrale.
Tutti quelli che hanno storto il naso dopo l’adozione del pianale della Tipo e della Tempra per
l’erede della 75 possono quindi consolarsi con il raffinato sistema di trazione integrale permanente con tre differenziali (che in Alfa Romeo viene ribattezzato Q4) adottato anche per le altre vetture in gamma.Il propulsore scelto per muovere l’auto è il quattro cilindri in linea con monoblocco in ghisa e testa in lega leggera di 1995 cc. (è la stessa unità che nel 1988 è stata montata sulla 164) e distribuzione bialbero in testa con comando a cinghia dentata e quattro valvole per cilindro. Grazie alla sovralimentazione con turbocompressore (il Garrett T3, intercooler e overboost) la potenza erogata è di 186 CV a 6000 giri e la coppia di 29,9 kgm già a 2500 giri/min : quanto basta per spingere l’auto a 225 Km/h, con ottime dosi di accelerazione e ripresa.
Nonostante le buone prestazioni, il prezzo molto elevato (oltre due milioni di lire in più della versione V6, e oltre 18 milioni in più della versione base 1.8) e la meccanica “Made in Torino” che non convince i puristi del Marchio, le vendite si fermeranno a soli 2290 esemplari costruiti e ciò nonostante l’immagine corsaiola e vincente delle versioni GTA e 2.5 V6 TI vincenti nel Campionato Italiano SuperTurismo (1992) e nel DTM (1993).
Fonte clubalfa.it
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