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Maserati Alfieri: sfiderà la Porsche 911

Maserati Alfieri sfida la Porsche 911, Tridente all’assalto. Nell’anno in cui festeggia i 100 anni dalla nascita (è nata nel 1914 a Bologna) la Maserati esulta per un piccolo grande “miracolo”. Le vendite di auto stanno salendo in modo impressionante settimana dopo settimana e le casse dell’azienda si gonfiano sempre più di denaro da reinvestire per sviluppare nuovi modelli.
Così il glorioso marchio di lusso italiano, che per quasi quarant’anni è stato confinato in una nicchia, ora comincia a sognare in grande e a cullare nuove ambizioni. Dopo l’ammiraglia, dopo la berlina Ghibli, dopo il Suv Levante che arriverà nel 2015, ora Maserati si prepara a lanciare la sfida alla Porsche sul suo stesso terreno. Con la futura coupé Alfieri, una anti-911 a tutti gli effetti.
La Alfieri ha la stessa”taglia” della coupé Porsche che dal 1963, da un singolo modello, ha creato un vero segmento, quello dei coupé 2+2 corti, compatti, sportivi. E può essere il modello che dal 2016 darà slancio alla Maserati nel mondo aiutandola a raggiungere quelle 75.000 auto prodotte che Marchionne sogna e su cui ha costruito buona parte della sua strategia di rilancio dei marchi di lusso italiani per dare lavoro alle fabbriche del nostro paese.
La Maserati, ora che ha rimesso i conti in ordine e s’è ricostruita una valida base tecnica con i nuovi motori V6 e V8 realizzati dall’ingegner Martinelli (ex Ferrari F1), i nuovi cambi ZF automatici a 8 marce, e la tecnologia della trazione integrale di derivazione Jeep, si sente abbastanza forte per viaggiare a testa alta nel mondo. E tentare la sfida ai marchi di lusso tedeschi, Porsche in testa. Sia nel fronte delle berline, che dei Suv che delle coupé. I numeri stanno lì a dimostrare l’impennata della Maserati negli ultimi anni: da quando l’azienda fu comprata dal gruppo Fiat, nel 1993, e pure a fronte di tanti sforzi di rilancio aveva perso soldi ogni anno.
L’ultimo bilancio passivo nel 2006, con una perdita di 33 milioni di euro. Quell’anno la Maserati viveva ancora sulla Quattroporte di Pininfarina del 2003 e su una manciata di GranSport cabrio. Poi, nel 2007, Maserati lancia finalmente la nuova GranTurismo, cui segue la Gran Cabrio qualche tempo dopo. E le vendite cominciano a salire: dalle 5.734 auto del 2006, che mantenevano in rosso cronico i bilanci dell’epoca, la Maserati per effetto della nuova coupé vende nel 2007 ben 7.496 vetture. E per la prima volta il bilancio volge in positivo: 24 milioni di utile netto. Il primo profitto da 14 anni di gestione Fiat-Ferrari. Da lì i conti della Maserati sono migliorati anno dopo anno, ma sempre a piccoli passi. Con qualche picco e qualche ricaduta: 72 milioni di utili nel 2008, calati a 11 milioni l’anno dopo, risaliti a 24 milioni nel 2010, e diventati 40 milioni l’anno successivo. Alti e bassi che si spiegano con investimenti, ammortamenti industriali, spese straordinarie varie.
Ma la cosa importante è che la Maserati è riuscita ad ottimizzare i propri conti e i costi produttivi. In quell’epoca, però, Maserati restava un brand molto di nicchia: basta vedere il confronto con la Ferrari che pur vendendo le stesse 6000/7000 auto di Maserati, faceva quattro volte il fatturato del Tridente e decuplicava gli utili: 350 milioni nel 2012 contro i 42 di Maserati. Poi nel corso del 2012 è successo qualcosa. Marchionne ha completato l’acquisto della Chrysler; e con lei la sua rete commerciale; migliaia di concessionari negli Stati Uniti e nel resto del mondo pronti a ricevere anche qualche Maserati da vendere.
Nello stesso tempo il marchio ha ricostruito e ampliato la propria gamma di modelli, affiancando a GranTurismo e GranCabrio la nuova Quattroporte e la berlina media Ghibli, con motori anche diesel per il mercato europeo. Ed ha aperto canali di vendita importanti in Cina, un paese dove i ricchi stravedono per i marchi di lusso italiani. La Maserati non aveva mai avuto prima una gamma di ben quattro modelli ed i motori gasolio.
Così le vendite della Maserati sono schizzate alle stelle nel giro di pochi mesi. Ed i profitti pure. Nel 2013 il marchio ha venduto più del doppio dell’anno precedente. Usa e Cina hanno trainato le vendite: solo gli Stati Uniti hanno assorbito 6.900 modelli, più di quanti la Maserati un anno prima ne vendeva in tutto il mondo. La Cina con 3.800 auto, un balzo del 334% in più, è diventato il secondo mercato mondiale per Maserati, più dell’Europa.
E i profitti hanno viaggiato di pari passo: i ricavi sono saliti da 634 a ben 1659 milioni, l’utile netto del 2013 è schizzato a 171 milioni. La Maserati insomma si è messa a generare denaro in quantità. E il progresso non si ferma.Dice l’amministratore delegato, Harald Wester: “Ogni mese stabiliamo un nuovo record: nei primi sei mesi del 2014 abbiamo venduto tante Maserati quanto tutto il 2013”. A fine anno continuando di questo passo, si supereranno le 30.000 auto vendute, impensabile ricordando le 6200 di appena due anni fa.
Questo fa pensare che quando entreranno in produzione il Suv Levante e la coupé Alfieri, si potranno davvero raggiungere gli obiettivi ipotizzati nel piano presentato da Marchionne agli azionisti due mesi fa: 50.0000 Maserati nel 2015 e 75.000 nel 2016. Le ragioni di questo successo secondo Wester sono chiare: “Nessun miracolo: è merito della qualità del prodotto, di un concetto di auto azzeccato, di un contenuto tecnologico al 100% in linea con il Dna Maserati. C’è il giusto livello di italianità in queste auto e ci sono i valori emozionali del brand Maserati”.
La marca del Tridente a questo punto può davvero sognare di sfidare il colosso Porsche, che è il suo riferimento più diretto per lusso, prestigio e sportività. Porsche vende 160mila automobili l’anno e se la Maserati di ieri era un insetto al paragone, con i numeri di domani non è più un confronto impari.
La prima sfida si giocherà sui Suv: la nuova Levante contro il colosso Cayenne, due tipologie di Sport Utility simili. Poi si passerà alla coupé compatta: la Maserati Alfieri, lo splendido concept presentato al salone di Ginevra, disegnato da Marco Tencone, 45enne designer piemontese, responsabile del design di Alfa Romeo e Maserati sotto la supervisione di Lorenzo Ramaciotti, capo dello stile del gruppo Fiat.
L’Alfieri è piaciuta talmente che andrà in produzione nel 2016. Sia in versione coupé, che sei mesi dopo come spider. E si è deciso di mantenere il nome Alfieri, rinunciando al nome di un vento come tradizione per molti modelli. Ma nell’anno del centenario era d’obbligo l’omaggio ad Alfieri Maserati, il più geniale e creativo dei fratelli, che fondò l’azienda nel 1914 e scomparve nel 1932 per i postumi di un incidente automobilistico.
La Alfieri sarà una 2+2, a differenza della concept di Ginevra, proprio come è la Porsche 911. Della rivale tedesca riprende le misure esterne: 449 cm la 911, appena più lunga – 459 cm – la Alfieri basata sul telaio della MC Stradale accorciato di 24 cm. Potrebbe montare il motore V8 di 4,7 litri da 460 cavalli di costruzione Ferrari, per sfidare il 6 boxer della 911, che in tutte le sue declinazioni ha potenze inferiori (da 350 a 400 cv) eccetto GT3 e Turbo.
Ma non è escluso che la Alfieri monti anche il V6 turbo da 410 cavalli della Ghibli. Manca un solo dettaglio: il motorsport. Dove Porsche è impegnata da anni nelle gare GT ed è tornata 16
anni dopo al massimo livello a Le Mans con un Prototipo ibrido. E Maserati, che può vantarsi nel 1940 di aver vinto due volte la 500 Miglia di Indianapolis e il mondiale F1 con Fangio nel 1957risponderà? Wester non si tira indietro: “Per ora stiamo costruendo la base e rafforzando la nostra economia. Poi, come in un dolce, una volta ben consolidata la struttura, aggiungeremo la panna...”. La sfida a Porsche su tutti i fronti è lanciata.
Fonte auto.it

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