Strada spianata per FCA, il gruppo automobilistico italo-anglo-americano-olandese che nascerà dalla fusione tra Fiat e Chrysler. La soglia dei 500 milioni di euro per l’esercizio del diritto di recesso, previsto dalle norme per le operazioni straordinarie transfrontaliere, non ingolferà il motore del merger e della quotazione a Wall Street, prevista in ottobre. Il Lingotto ha infatti comunicato stamattina prima dell’apertura dei mercati che, in base alle proprie risultanze provvisorie, il limite non verrà superato.
Immediati i riflessi in Borsa, con il titolo che in apertura ha guadagnato fino al 3% portandosi vicino a quota 7,7 euro (il valore del recesso era stato fissato a 7,727 euro) per poi assestarsi intorno a quota 7,6 con un progresso del 2,22%. Proprio da Piazza Affari, complice la volatilità estiva del mercato che favorisce le posizioni speculative, erano arrivati parecchi segnali di allarme. Pochi giorni dopo l’assemblea per l’ok alla fusione (il primo agosto scorso) le azioni Fiat, già il 5 agosto, avevano registrato una sensibile debacle, arrivando a perdere il 7% sulla scia dei rumors che davano per probabile una valanga di richieste di recesso, in grado di invalidare la fusione. Nelle sedute successive di Borsa la situazione era progressivamente migliorata, con il titolo comunque in altalena - nonostante le rassicurazioni Fiat - anche sulla scia di vendite e riacquisti anche da parte di azionisti di rilievo (il saliscendi di Norges Bank intorno alla soglia del 2%).
Non a caso, nella nota di stamattina, il ceo di Fiat-Chrysler,Sergio Marchionne, ha commentato: “Le recenti stravaganze dei mercati azionari e l'andamento delle azioni Fiat negli ultimi giorni hanno aggiunto a questo processo un grado di complessità inatteso e, a mio modo di vedere, ingiustificato. Mi rassicura il fatto che la stragrande maggioranza dei nostri azionisti abbia scelto di continuare nel proprio impegno di azionisti fedeli”. Del resto Marchionne si era sempre dichiarato ottimista, fino dalla conference call con gli analisti sui risultati del secondo trimestre 2014 (chiuso con ricavi in crescita del 5% fino a 23,3 miliardi di euro, con un utile netto di 197 milioni di euro e una riduzione dell'indebitamento netto industriale di 0,3 miliardi di euro). E, oltre alla solidità del progetto industriale, le stesse modalità tecniche legate al recesso lasciavano poco spazio al superamento della soglia dei 500 milioni, evidentemente ben calibrata dalla direzione finanza della Fiat.
Con la conclusione del processo di integrazione, nascerà quindi Fca, Fiat Chrysler Automobiles: brand principali storicamente legati all’Italia e agli Usa, sede legale in
Olanda, sede operativa nei surroundings di Londra, a poco più di un’ora dalla City, nell’area di Slough.
Fonte quattroruote.it
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