Sono davvero in pochi ad esserne al corrente, ed ancora di meno ad identificare il luogo in cui, nei primi decenni dello scorso secolo, tra gli alberi diviale Alemagna, a Milano, si disputava gran premi di Formula Uno e di altre importanti categorie motoristiche, motociclette comprese.
Era il Circuito di Milano e si snodava per 2,57 chilometri proprio dove oggi c’è il parco e circolano immerse nel verde ed indisturbate, biciclette e passeggini.
Allora i circuiti cittadini non erano una rarità, anzi, e tra questi il Gran Premio di Milano era uno dei più quotati.
Al via del 20 giugno 1937, ad esempio, c’erano undici vetture sulla griglia di partenza ed oggi diremmo che “in pole position” c’era Tazio Nuvolari su Alfa 12C – 36.
La corsa se la aggiudicò Nivola compiendo i 70 giri previsti in 1 ora 37 minuti e 15 secondi, seguito da Farina a 2 minuti e Rüesch ad 1 giro di distanza.Allora i circuiti cittadini non erano una rarità, anzi, e tra questi il Gran Premio di Milano era uno dei più quotati.
Al via del 20 giugno 1937, ad esempio, c’erano undici vetture sulla griglia di partenza ed oggi diremmo che “in pole position” c’era Tazio Nuvolari su Alfa 12C – 36.
Nove anni più tardi (era il 1946), il Gran Premio di Milano fu vinto dal conte Carlo Felice Trossi al volante dell’Alfa Romeo 158, la mitica “Alfetta”; secondo si piazzò Varzi e terzo Consalvo Sanesi.
La sigla 158 indicava che l’auto aveva una cilindrata di 1500 centimetri cubi ed era spinta da unmotore di 8 cilindri sovralimentato da un compressore volumetrico Roots monostadio. Quella prestazione era il preludio alla riscossa del marchio del Biscione.
La sigla 158 indicava che l’auto aveva una cilindrata di 1500 centimetri cubi ed era spinta da unmotore di 8 cilindri sovralimentato da un compressore volumetrico Roots monostadio. Quella prestazione era il preludio alla riscossa del marchio del Biscione.
Fonte www.clubalfa.it
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