A tutto turbo, e con qualche cilindro in meno: così si possono sintetizzare i piani futuri di Maranello, che ha inaugurato la propria nouvelle vague con la California T, la prima Ferrari stradale turbocompressa a più di 25 anni dall'ultima, la F40. Il suo V8 3.8 con un turbo per bancata dovrebbe debuttare anche sotto il cofano della versione rivista della 458 Italia, magari al Salone di Ginevra 2015: i soliti bene informati parlano di una potenza superiore ai 670 CV, contro i 605 della 458 Italia oggi più potente, erogati dal V8 4.5 ad aspirazione naturale. Il V8 3.8 della California eroga invece 560 CV. Sempre secondo le voci che circolano in questo momento, quella che potremmo chiamare Ferrari 458T dovrebbe subire anche delle modifiche funzionali ed estetiche per ospitare il nuovo motore.
L'anno successivo, il 2016, dovrebbe essere la volta del restyling di metà carriera per la FF, la shooting break a trazione integrale che già oggi si fregia, tanto per la carrozzeria quanto per il moto trasmesso alle quattro ruote, di Ferrari rivoluzionaria: oltre a esso, è ipotizzabile che al V12 6.3 da 659 CV venga affiancato il V8 3.8 biturbo. Ma sarà il 2017 il vero anno-chiave per la Ferrari. Secondo le indiscrezioni fra tre anni debutterà infatti la nuova California, che terrà a battesimo una nuova piattaforma costruttiva, che promette risparmi di peso fino a 50 kg a dispetto della presenza in gamma di ibridi plug-in; il cambio potrebbe essere un doppia
frizione a 8 rapporti (e quindi inedito), più leggero anch'esso rispetto al 7 marce di oggi.
Di qui in poi, l'orizzonte temporale si dilata, e quindi è più semplice che le previsioni siano smentite. Ma è verosimile parlare di una nuova F12 per il 2018, più sportiva pura e meno GT, e di due nuovi modelli per il 2019-2020: una FF di nuova generazione e l'erede della 458, che potrebbe avere una sorella più piccola a 6 cilindri, ovviamente turbo. La memoria corre in parte alla 246 Dino, per l'architettura, e alla dicotomia 208-308: in quest'ultimo caso, all'inizio degli anni Ottanta, al V8 3.0 si affiancava un V8 2.0 anti-IVA pesante, in seguito anche sovralimentato. Oggi turbo e cilindrata ridotta fanno rima con ridotte emissioni inquinanti e maggiori prestazioni; allora, meno prosaicamente, di minori costi (ma anche di minori prestazioni).
Fonte alvolante.it
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