Apparso nel 1978, quando saliva al soglio pontificio Karol Wojtyla e l’Argentina vinceva il suo primo mondiale di calcio, l’Iveco Daily è giunto alla terza generazione (la seconda ha chiuso il secondo millennio, arrivando nel 1999). Il veicolo attuale, riprogettato nell’80% delle componenti meccaniche e di carrozzeria, ha una nuova linea (personale) ma conserva, migliorandole, le caratteristiche funzionali per le quali l’Iveco Daily è sempre stato apprezzato. A cominciare, naturalmente, dal telaio a longheroni, che garantisce robustezza e semplifica l’adattabilità ai diversi allestimenti (per esempio, consente di ricavare spazio per le le bombole delle versioni a metano, o di ospitare le batterie di quelle ibride: il tutto, senza togliere penalizzare la capacità di carico).
Prodotto in Europa, Brasile e Cina, in Italia l’Iveco Daily viene costruito nello stabilimento di Suzzara (Mantova), la cui capacità, dai cento esemplari usciti dalle linee in maggio, salirà fino a raggiungere le 250 unità al giorno. Tenendo conto dei motori (disponibili in nove potenze), delle versioni cabinato e furgone, il veicolo può uscire dalla fabbrica in ottomila versioni. Il nuovo modello ha mantenuto invariate le misure, per consentire agli allestitori che realizzano strutture speciali (dai camper agli “autonegozi”) di riutilizzare quelle approntate per la versione precedente.
In ogni caso, la capienza dell’Iveco Daily è stata ottimizzata, ridefinendo il rapporto tra il passo (la distanza tra il centro delle ruote anteriori e posteriori), la lunghezza totale e la lunghezza del piano di carico: fanno così il loro debutto le varianti con un volume di carico da 18 o 20 m3, e quella da 10,8 m3; quest’ultima è la migliore della categoria per quanto riguarda l’efficienza di carico (indice che misura il rapporto tra la lunghezza del vano di carico e la lunghezza totale del veicolo).
L’abitacolo dell’Iveco Daily sembra quello di una vettura: è ben rifinito e ricco di portaoggetti (cinque sono chiusi e tre ricavati nella parte superiore della plancia). Tre i portabicchieri, quattro i portabottiglie, tre i vani per ospitare la radio (e il cosiddetto “baracchino”), e tanti altri nelle porte. Il sedile centrale, una volta abbattuto, si trasforma in un comodo piano di lavoro; inoltre, ha uno schienale che si può aprire, con ulteriori cassetti e un supporto rigido per un bloc notes (o le bolle di consegna), progettato per essere agganciato al volante. Infine, le sedute del sedile centrale e laterale si sollevano, consentendo l’accesso a un grande vano, utilizzabile, per esempio, per riporre persino due caschi della moto.
Fonte: alvolante.it
Commenti
Posta un commento