Alfa Romeo è vicina alla rinascita e Lancia viene congelata. Sergio Marchionne è stato molto chiaro al Festival dell'Economia a Trento (30 maggio-2 giugno), il marchio del Biscione, acquistato da Fiat nel 1986, è stato sfruttato male in passato e di errori ne sono stati commessi tanti (come ha ammesso lui stesso), ma adesso è pronto a dare battaglia e, grazie al nuovo piano di rilancio di FCA, venderà auto migliori delle BMW. "Fiat è pronta a fare a pugni con i tedeschi sul mercato", dice Marchionne e questo grazie a Chrysler che gli avrebbe dato le risorse finanziarie per farlo, "prima non sarebbe stato possibile". Poi l'ad racconta un episodio personale: ha guidato dopo anni una BMW (una delle sue marche preferite da ragazzo) e ne ha constatato un abbassamento della qualità. Alfa Romeo invece, assicura l'ad, sta lavorando molto su questo aspetto ed il rilancio sarà tutto italiano; poi dal 2018, se ci saranno i risultati di mercato previsti, si cominceranno a produrre Alfa anche all'estero. Lancia invece resta confinata in Italia.
LANCIA E' CONGELATA
Marchionne ha ammesso che negli ultimi dieci anni il Gruppo Fiat ha fatto ben poco per Alfa Romeo e che di sbagli ne sono stati fatti, perché il marchio sportivo ha subito troppo l'influenza di Fiat, ma su Lancia non ha rimpianti. "Non c’è speranza", ha detto, spazzando via i sogni di chi, per esempio, ha modelli come la Delta Integrale nel cuore. Nessuna Lancia risorgerà, almeno finché si andrà avanti con il piano industriale FCA 2018, tanto che Marchionne ha promesso al Presidente della Repubblica di fargli una Maserati anziché una Lancia. "La Lancia non ha nessun valore sul mercato internazionale. Abbiamo provato in tutti i modi... ma la Lancia avrà una contrazione di produzione e resterà nel mercato italiano. Mi spiace ma in tempo di crisi bisogna fare delle scelte". Per dargli credibilità, spiega l'ad servono miliardi e al momento Fiat sta scommettendo su altro.
MASSIMA FIDUCIA NEL PREMIER RENZI
Il Festival di Trento è stata anche l'occasione per Marchionne di giudicare la politica italiana. L'ad si è detto deluso dalle promesse degli ultimi anni perché, a suo dire, l'allora premier Mario Monti e l'allora ministro dello sviluppo economico Corrado Passera avevano promesso una politica a sostegno delle esportazioni e non è stata realizzata. Adesso, dice, l'agenda Renzi è "l'unica possibilità che abbiamo in Italia e in Europa. La priorità deve essere quella di creare lavoro. Spero che l’Unione Europea lo ascolti". E tra i due, che si sono citati a vicenda sul palco del Festival, è nata l'idea di un viaggio insieme a Detroit, negli stabilimenti e negli uffici di Chrysler. Forse Renzi volerà con Marchionne negli USA, intanto l'ad ribadisce che Fiat non ha bisogno di Confindustria. L'azienda, che è uscita dall'ANFIA, non ha gradito che Confindustria non si sia "messa disposizione per far sì che quella parte di regole che avrebbero impattato sulle relazioni sindacali tra Fiat e i suoi lavoratori potessero essere cambiate". E adesso procede per la sua strada guardando al primo ottobre come data per la quotazione in borsa di FCA.
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